Gli e-book potrebbero sostituire i libri di carta?

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Ludovica Passeri

Ludovica Passeri

Gli e-book sono pratici, non particolarmente costosi, al passo con i tempi, visto che siamo sempre più abituati a leggere attraverso uno schermo. Insomma, i libri digitali sono apparentemente i libri del futuro, eppure fanno fatica a prendere piede

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Nixon Presidente, alla radio Marvin Gaye con What's Going On lancia il suo grido contro la Guerra in Vietnam, per 41 settimane Love Story di Erich Segal è bestseller del New York Times. È il 1971 . Micheal Hart, studente dell’Università dell’Illinois, decide di utilizzare il computer messo a disposizione dall’Ateneo e collegato alla rete Arpanet, antesignana di Internet, per fare qualcosa di straordinario. Non era da tutti all'epoca maneggiare un computer potente e Hart non era interessato a impiegarlo per processare dati: voleva sfruttare la potenzialità del network che faceva capo a quel cervello elettronico, uno Xerox Sigma V. In quei giorni di estate si distribuivano per le strade i volantini in vista della festa nazionale del 4 luglio e decise così di trascrivere in formato elettronico proprio la Dichiarazione di Indipendenza, rendendo via via disponibili per il download sempre più testi, classici, non coperti da diritto d’autore. Fondò Progetto Gutenberg, coinvolgendo dei volontari, per estendere questa biblioteca virtuale. Il motto di questa iniziativa? "Rompere le barriere dell'ignoranza e dell'analfabetismo e portare la lettura a quante più persone possibile”.

 

Tra sogno e realtà 

Quello degli e-book è stato anche un grande sogno di diffusione del sapere. Allo stato attuale però non sono sinonimo di uguaglianza e accesso democratico alla cultura. I ricercatori Faverio e Perrin hanno stimato che un 30% di persone abbia letto un e-book nel 2021 negli Stati Uniti ed è più probabile che i libri digitali siano letti dai  più ricchi e più istruiti.

 

L'e-book ha certamente aperto la strada al self-publishing. Cinquant'anni dopo l'invenzione di Hart, nel 2021 negli Stati Uniti sono stati autopubblicati 2,3 milioni di libri, stando ai dati di Bowker. “Bisogna considerare, però, che la qualità di dispositivi di lettura è importante e i dispositivi hanno un loro costo e questo può naturalmente frenare un accesso allargato a questo tipo di strumenti, che sono tecnologie a costi non altissimi ma non indifferenti. Non direi che di per sé il digitale ha democratizzato, ma che ha contribuito ad allargare il mercato editoriale”, spiega Gino Roncaglia, filosofo dell'Università Roma Tre ed esperto di editoria digitale.

 

L'impatto ambientale

Non possiamo non prendere in considerazione anche l’impatto ambientale. Gli e-book hanno dei punti a loro favore, non necessitano di carta. Pensate che il quinto capitolo della saga di Harry Potter, “L’ordine della Fenice”, con le sue 766 pagine nella prima edizione, equivale a 5 milioni di alberi abbattuti, secondo gli esperti di SaveOnEnergy.

Senza contare i costi energetici. Gli e-book non devono essere spediti, perché vengono direttamente scaricati. Anche così si riduce l’impronta carbonica. Tra i contro, la connessione internet richiesta dal dispositivo, la necessità di caricarlo e poi di smaltirlo. L’università di Tokyo ha cercato di risolvere il grattacapo, arrivando a una conclusione: tutto dipende dalla quantità di libri letti. Gli e-book sono più eco-friendly se nel corso dei tre anni di vita del dispositivo. si leggono 15 o più libri, 25 se si parla di tablet. Leggere uno o due libri all’anno su Kindle o utilizzare sia i cartacei sia i digitali non sarebbe sufficiente per risparmiare sulle emissioni. Insomma, se sei un lettore forte per inquinare di meno meglio passare all'elettronico, invece che comprare nuovi libri.

 

Il fronte cognitivo

Sul fronte cognitivo, alcuni ricercatori dell’Università di Valencia hanno recentemente dimostrato che la comprensione del testo sia dalle sei alle otto volte migliore quando leggiamo libri fisici rispetto a quelli digitali. La lettura di un libro di carta è un’esperienza più immersiva, senza distrazioni. 

Mentre sfogliamo le pagine creiamo una sorta di “indice” nel cervello, mappando e ordinando le informazioni. L’esperienza della lettura digitale è più piatta, immateriale, lascia quindi meno. “Probabilmente questa minore memorizzazione è legata al fatto che l’Impaginazione più povera”, ci spiega Roncaglia.

 

Cosa pensano gli italiani

Gli italiani continuano in massima parte a preferire la carta, ma nel 2023 le vendite di e-book nel nostro Paese sono cresciute del 2,5%. Una tendenza che si osserva anche nel resto del mondo. Statista prevede che il numero globale di utenti nel segmento "e-book" del mercato aumenterà costantemente nei prossimi 3 anni e che arriveremo a 1,1 miliardi di utenti nel 2027.

 

Ma per decollare gli e-book devono superare i limiti dei dispositivi. Da un lato i dispositivi a carta e inchiostro elettronico che non consentono animanzioni e restano in bianco e nero (per ora); e dall’altro i limiti dei tablet, degli smartphone, i cui colori sono perfetti ma che emettono luce, quindi sono difficili da leggere all’aria aperta. Non basta risolvere questi inconvenienti tecnici. “Superare la validità ergonomica e la perfezione del libro di carta non è facile”, ammette Roncaglia. Ma c'è anche da dire che gli e-book non hanno ancora espresso tutto il loro potenziale. “I libri elettronici diventano interessanti se immaginiamo una forma libro diversa da quella tradizionale, con una maggiore multimedialità e multicodicalità e allora potremo sfruttare molto di più le potenzialità dell’ecosistema digitale. Queste edizioni, però, sono complesse e hanno dei costi più elevati, occorre che venga fatto un investimento importante e che ci sia una visione sul futuro del libro”, conclude Roncaglia.

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