Antonio Moresco: "La luce conta più del tempo. Anche in letteratura"

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Filippo Maria Battaglia

Filippo Maria Battaglia

©Getty

Lo scrittore dedica il suo nuovo romanzo "a una presenza rimossa nella nostra vita". E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "Stranamente la luce non è mai stata pensata come un elemento portante dell'esistenza. Io ho voluto metterla al primo posto, sottraendola"

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Cosa accadrebbe se, improvvisamente, scomparisse la luce? E se la terra, e non solo la terra, venisse avvolta dal buio? Da questa domanda prende le mosse  l’ultimo romanzo di Antonio Moresco, pubblicato da Feltrinelli ("Canto del buio e della luce", pp. 592, euro 29), che proprio attorno alla luce, alla sua importanza (e dunque anche alla sua assenza) ruota. 

"A me sembra la presenza rimossa nella nostra vita e nella letteratura - dice durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Evidentemente, se non ci fosse la luce, non solo non ci sarebbe la vita organica, ma non ci sarebbero la letteratura, le scienze e tutto quello che siamo abituati a considerare presenza non avrebbe la possibilità di esistere. Eppure, stranamente, la luce non è mai stata concepita come un elemento portante della nostra esistenza, mentre il tempo narrativo sì. Ecco: io ho voluto metterla al primo posto, sottraendola".

 

L'intervista è disponibile anche come podcast in tutte le principali piattaforme cercando la rubrica "Tra le righe" o selezionando l'episodio nella playlist che si trova qui sotto.

 

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