Tokyo Higoro, l'industria del manga secondo Taiyo Matsumoto
LifestyleLa nuova opera del maestro del fumetto giapponese è uno slice of life piena di riflessioni sul senso del fare manga, sulla libertà dell'artista, sulla sua identità e su come tutto questo si scontri con le esigenze commerciali degli editori
Un giorno alla volta, un passo dopo l’altro, per le strade di Tokyo e tra i suoi sobborghi, accompagnati dallo straordinario talento narrativo e visivo di uno dei più grandi mangaka contemporanei. Tokyo Higoro (Giorno per Giorno), è il nuovo manga di Taiyo Matsumoto (Ping Pong, Sunny, Tekkon Kinkreet, Number 5), portato in Italia da J-Pop (cofanetto con tre volumi, 36 euro). Uno slice of life estremamente personale che trasporta il lettore dietro le quinte dell’industria del manga.
La trama
Ambientato in epoca contemporanea, dopo l’ascesa dell’imperatore Naruhito, Tokyo Higoro racconta la storia di Shiozawa, editor di un’importante casa editrice di manga che dopo il flop di una rivista da lui fortemente voluta e portata avanti rassegna le dimissioni ed è pronto a ritirarsi dal fumetto in età ancora piuttosto giovane. Ma il richiamo delle matite, degli inchiostri e delle storie disegnate è troppo forte, così Shiosawa vede in quell’incidente l’opportunità di ottenere quella totale libertà e indipendenza artistica che ha sempre sognato, realizzando la rivista della sua vita, con tutti gli autori che più ama, a cui lasciare completa carta bianca.
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L'importanza dei personaggi
Tokyo Higoro è uno slice of life realizzato in maniera certosina, con personaggi attentamente caratterizzati, capaci di dare spessore a una trama costruita soprattutto sui dialoghi. Le tavole e la regia di Matsumoto, che alterna gabbie più regolari, vignette wide screen, splash page, tagli verticali e diagonali, conferiscono movimento e azione a una storia che si svolge prevalentemente tra le mura di appartamenti, uffici e caffè.
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Se perno e motore di tutto è Shiozawa, che col suo seppuku metaforico dà una forte spinta artistica agli autori che lo circondano, non meno importanti sono personaggi solo apparentemente secondari come i mangaka Chosaku e Aoki, il primo riconosciuto e venerato maestro che sembra aver imboccato lentamente un viale del tramonto che per il momento vedono solo lui e Shiozawa, il secondo astro nascente e talento indolente, genio e sregolatezza, sul punto di esplodere col suo primo successo commerciale.
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Lo scontro tra arte e vendite
Questi personaggi, alle loro vite, alle loro vicende, ruotano intorno al fulcro centrale della storia: il dibattito sul manga, su cosa sia stato e cosa stia diventando, la tensione costante tra la ricerca della libertà artistica e la spinta autoriale e le esigenze commerciali, con un generale appiattimento di un’offerta sempre più standardizzata dietro ai trend di vendita. La scelta di Shiozawa di creare una sua rivista e le difficoltà che incontra nella sua distribuzione rappresentano forse il malessere di tanti mangaka che si vedono confinati ai margini dell’industria. E se a parlare è Taiyo Matsumoto, uno dei fumettisti più originali e liberi di tutto il Giappone, il messaggio arriva forte e chiaro.