Abbiamo chiesto agli ospiti italiani e internazionali del Salone del Libro di Torino che lavoro avrebbero fatto se non fossero diventati scrittori
Il tema del Salone del Libro 2024 è stato "Vita immaginaria". Un argomento prismatico che si presta a innumerovoli letture e su cui hanno dialogato i tanti ospiti delle sette sezioni del Salone (Editoria, Arte, Romanzo, Romance, Leggerezza, Informazione, Cinema). Abbiamo chiesto ad alcuni degli scrittori che abbiamo intervistato di immaginare come sarebbe stata la loro vita se non fossero approdati alla scrittura. Le risposte degli autori, ospiti della fiera, da Erin Doom a Daniela Thiele (meglio nota con lo pseudonimo Nicolas Barreau), passando per Eshkol Nevo, Camila Sosa Villada, Eraldo Affinati e Elizabeth Strout, nel video in alto.
Il tema
A ispirare la scelta del tema è stata la terza raccolta di scritti non narrativi di Natalia Ginzburg, apparsa nel 1974 che si chiama proprio "Vita immaginaria". "E tuttavia in qualche momento abbiamo pensato che, se non avessimo avuto una vita immaginaria, non avremmo forse trovato le strade della vita creativa, - scriveva Ginzburg - o non ci sarebbe venuto in testa di cercarle. Nella vita immaginaria, non abbiamo imparato per nulla giusti modi di condurci nella vita reale, ma vi abbiamo trovato sparsi alcuni strumenti utili alla vita creativa, una attenzione di una qualità speciale, una maniera insieme imperiosa e devota di muovere dentro di noi i fatti reali".
Il Salone del Libro 2025
Mentre la direttrice della kermesse Annalena Benini e gli organizzatori festeggiano i numeri dell'edizione 2024 che ha visto una partecipazione di 220mila persone e un +4% della vendita di biglietti online, si pensa già al prossimo anno. La fiera tornerà ad accogliere editori, lettori, autori e autrici dal 15 al 19 maggio 2025.