Ducks, il potente memoir a fumetti di Kate Beaton

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Gabriele Lippi

Gabriele Lippi

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Una giovane appena laureata lascia la casa e la famiglia per guadagnare i soldi necessari a ripagare il suo prestito studentesco, finendo in un mondo di abusi e violenza sessuale. Vincitore di due premi Eisner, il fumetto arriva in Italia pubblicato da Bao

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Esiste una regione, in Canada, che è in sostanza un mondo parallelo, avulso dal resto del Paese pur trovandocisi in mezzo ed essendone uno dei motori principali. È la regione delle sabbie bituminose, tre vaste macchie sulla cartina dello Stato dell’Alberta che rappresentano aree ricche di rocce sedimentarie da cui è possibile estrarre un bitume convertibile in petrolio grezzo. Una moderna terra di frontiera che attrae centinaia di migliaia di canadesi alla disperata ricerca di lavoro e di un salario che possa mantenere le loro famiglie, anche a costo di sacrificare tutto il resto.

Due anni nelle sabbie bituminose

Kate Beaton, fumettista canadese di successo, le ha vissute per due anni, lavorandoci per poter ripagare il prestito studentesco con cui si era laureata e mettere da parte qualche dollaro canadese prima di lanciarsi definitivamente nel mondo del fumetto. Questa parte della sua vita, così faticosa, dura e traumatica, è raccontata in Ducks (Bao Publishing, 436 pagine, cartonato bianco e nero, 27 euro) graphic novel vincitore di due premi Eisner (migliore fumetto autobiografico e migliore autrice unica) e candidato miglior fumetto agli Harvey Awards.

Una tavola di Ducks di Kate Beaton

Un collage di ricordi

Ducks è un collage di ricordi, aneddoti ed episodi solo apparentemente frammentari, una raccolta di immagini capaci di ritrarre la condizione degli uomini e, soprattutto, delle donne impegnati nelle sabbie bituminose dell’Alberta in un’epoca precedente la diffusione dei social media. Beaton racconta la sua storia (e si premura di precisarlo nella postfazione del libro) cercando di rappresentare tutti gli aspetti dell’esperienza vissuta, mostrandosi talvolta severa e altre indulgente verso un sistema che l’ha maltrattata e abusata.

Una tavola di Ducks di Kate Beaton

Essenziale e duro

Si tratta di un memoir forte e duro, che a uno stile grafico essenziale affianca una narrazione altrettanto scarna, totalmente priva di abbellimenti e spettacolarizzazioni. Beaton racconta le innumerevoli molestie sessuali subite quotidianamente in un ambiente di lavoro impregnato di una mascolinità tossica più viscosa del petrolio, due stupri autentici, l’indifferenza e la sostanziale connivenza di tutto il sistema, la disumanizzazione derivante dallo sfruttamento capitalistico della persona, le problematiche ambientali, la questione dei nativi le cui terre vengono martoriate in nome del profitto.

Una tavola di Ducks di Kate Beaton

Squarci di umanità

Ma tutto questo avviene in un modo che, pur non essendo affatto indulgente, non appare nemmeno giudicante. Il racconto procede in maniera sostanzialmente asettica, schivando le spettacolarizzazioni e il pietismo, e con diversi interludi di una banale quotidianità che apparentemente non racconterebbero nulla di interessante ma sono invece perfettamente funzionali a restituire un’immagine meno mostruosa dell’ecosistema umano delle sabbie bituminose nel suo complesso. In mezzo agli abusi sessuali e di potere, si scorgono tracce di umanità e un senso di dignità, fratellanza e comunione che lotta per resistere a un contesto straniante.

Una tavola di Ducks di Kate Beaton

Cronaca più che denuncia

Più che denuncia, Ducks è cronaca quasi documentaristica di episodi e dinamiche perverse generate in un contesto in cui gli uomini sono cinquanta volte più numerosi delle donne, in cui il branco soffoca la persona finendo per divorarla, in cui l’isolamento e l’allontanamento dagli affetti e dalle famiglie trasformano il maschio in una bestia, in una sorta di epidemia estremamente contagiosa nella quale i comportamenti tossici diventano la norma fino al punto di essere tollerati o quantomeno ignorati anche da chi riesce a resistervi.

Una tavola di Ducks di Kate Beaton

Un'opera intensa che non fa nulla per esserlo

Ducks è un’opera intensa che non fa nulla per esserlo, un libro in cui la forza della storia cammina sulle sue proprie gambe senza aver bisogno alcuno di estetismi lessicali o artistici. Una potente testimonianza che sciocca il lettore semplicemente mostrandogli la realtà cruda dei fatti. 

La copertina di Ducks, graphic novel autobiografico di Kate Beaton

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