Purosangue, la Ferrari che non c'era. La prova su strada

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Massimo Di Pietrantonio

Massimo Di Pietrantonio

Il test drive dell'ultima creazione di Maranello sulle strade trentine di Pinzolo. Ha avuto una gestazione lunga 5 anni, iniziata con Sergio Marchionne e rifinita dalla raffinata matita di Flavio Manzoni

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L’auto che mancava, o meglio la Ferrari che non c’era. E’ questo la frase che verrà usata spesso quando sentirete parlare di Purosangue, l’ultima “creazione” di Maranello. Ha avuto una gestazione lunga 5 anni, iniziata con Sergio Marchionne e rifinita dalla raffinata matita di Flavio Manzoni, lo stilista che ha disegnato vetture come abiti destinate a restare nella storia nell’auto e del costume. Non chiamatela Suv, è l’altra frase, o meglio raccomandazione, che precederà qualsiasi discorso vogliate cominciare sulla Purosangue. Perché in Ferrari non piace rientrare negli schemi classici della definizione di auto, niente stereotipi, niente confronti con i canoni estetici che caratterizzano il segmento dei suv. Purosangue è la prima Ferrari a ruote alte di casa, la prima quattro porte e quattro posti e la prima, e questa è l’altra grande sorpresa, con un bagagliaio degno di questo nome. Che diventa quasi da station wagon togliendo le cappelliere e abbassando i due sedili posteriori.

La Ferrari Purosangue

All'esterno

Lo stile inedito di questa vettura unica colpisce già dalle forme, possenti, muscolose, ma mai pesanti. Sembra muoversi già da ferma. Con le soluzioni geniali delle feritoie per i flussi che si aprono nell’anteriore, entrano nel passaruota e sterilizzano le turbolenze, poi seguono tutto l’andamento filante della carrozzeria, per uscire dal posteriore. E’ un gioiello di aerodinamica la Purosangue, e un esempio per tutti è il lunotto posteriore, che non ha tergicristallo perché, secondo la casa, i flussi d’aria garantiscono una pulizia adeguata del vetro. Vetro in carbonio che fa parte del tetto panoramico elettrocromatico che diventa scuro al tocco di un pulsante.

All'interno

Tanta attenzione si ritrova anche nell’abitacolo, a cominciare dall’ingresso a bordo, visto che le portiere posteriori si aprono, anche elettronicamente, controvento: per un effetto sorpresa che accompagna la seduta, perché si sta molto comodi anche dietro in una sorta di living room con le poltrone che hanno le funzioni di regolazione elettrica, riscaldamento e ventilazione. Manca solo il massaggio di rete, beh quello è per l’altro living room, riservato ai due che siedono davanti. Nella plancia domina l’assenza del display centrale, c’è una sorta di doppio cockpit, perché il passeggero, se vuole, può essere un co-pilota. Tutte le informazioni principali, infatti, sono riportate sullo schermo del quadro strumenti e su quello posto sul lato del passeggero, entrambi da circa 10 pollici.   Non c’è il navigatore, ma viene compensato dall’integrazione con Apple CarPlay e Android Auto, anche se l’immediatezza di avere la mappa sul quadro è rallentata da un doppio passaggio sui tasti del volante, mentre c’è Wi-Fi di bordo, ma non la connettività esterna, perché il livello di cybersecurity garantito non soddisfa il 100 per cento di sicurezza secondo la casa.

La guida

Quella che è garantita, invece, è la gioia di mettersi al volante della Purosangue. Siamo in una posizione di guida più alta rispetto a quella del resto della gamma, ma la configurazione è sempre quella di una Ferrari, con una linea di cintura bassa che porta chi guida a sentirsi in relazione diretta con il telaio e con la strada. Purosangue è un concentrato di tecnica e ingegneria che non ha eguali, a partire dalla trazione integrale, dalle quattro ruote sterzanti, passando per il sofisticatissimo sistema di sospensioni attive Ferrari in grado di regolare trasferimenti di carico e rollio in curva e scaricare a terra tutta la potenza dei 725 cavalli. I quattro motori elettrici delle sospensioni sono alimentati da una batteria al litio e vengono controllati da una centralina che riceve le informazioni provenienti da una decina di sensori che misurano i movimenti di ciascuna ruota. 

Il test drive

Il risultato finale è che anche su percorsi innevati che abbiamo affrontato a Pinzolo a fine gennaio la Purosangue non tradisce le aspettative. Il classico V12 Ferrari regala uno scatto da 0 a 100 km orari in poco più di 3 secondi, per toccare i 200 ne bastano 10…
Proprio la certezza di avere sotto il cofano il V12, mentre le prime voci parlavano di un V8 ibrido che per ora può attendere, ha fatto impennare preordini e richieste. Ma c’è un ma...
Maranello ha smesso di accettare ordini, almeno per il momento. Il mantra è quello dell’esclusività e non si intende puntare sulla quantità. Purosangue, quindi, non rappresenterà più del 20% delle vendite annue totali. 
Così la Ferrari che non c’era resterà per ora un desiderio anche per chi può permettersi di pagare 390mila euro. 

approfondimento

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