Isgrò e l'importanza della costanza nel destino di un artista: "Il genio è pazienza"
LifestyleL'artista firma "Sì alla notte", un canzoniere in cui si confronta con la composizione lirica per eccellenza: il sonetto. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, racconta: "Si scrive sempre per cancellazioni. Io le ho semplicemente rese esplicite come elementi fondanti dei linguaggi pittorici e letterari"
Da decenni le sue cancellature sono esposte nei musei e nelle gallerie di mezza Europa ma, prima di diventare uno degli artisti italiani più noti, Emilio Isgrò è stato un poeta. Il suo esordio, nel 1956, avviene infatti proprio come poeta lineare e alla poesia Isgrò in questi anni è più volte tornato - forse sarebbe più corretto dire che non l’ha mai abbandonata - pubblicando adesso “Sì alla notte”, un canzoniere edito da Guanda in cui si confronta con la composizione lirica per eccellenza, il sonetto.
"Si scrive sempre per cancellazioni - racconta Isgrò durante 'Incipit', la rubrica di libri di Sky TG24 - Io le ho semplicemente rese esplicite come elementi fondanti dei linguaggi pittorici e letterari".
"Il genio è sempre pazienza"
Nell'intervista Isgrò si sofferma sulla rilevanza della durata e della costanza nel destino di un'artista ("il genio è sempre pazienza"), sull'importanza dell'omissione ("per un poeta è meglio perdere nella chiarezza che vincere al buio") e dell'indignazione: "Mi disgusta l'indifferenza per la cultura intesa come fatto conoscitivo, e quindi in grado di aiutarci in nuove scoperte delle dimensioni del vivere - spiega - Non voglio essere ipocrita: chi fa il mio lavoro ha bisogno dei mercanti, ma spera sempre di trovare mercanti che gli somiglino".