Arte Sella, un luogo magico, tra opere che non ti aspetti, angoli misteriosi, emozioni en plein air. Tra gli artisti che hanno lasciato qui una loro importante testimonianza, c'è Arcangelo Sassolino
E’ una rassegna di Arte Contemporanea nella natura, Arte Sella, un luogo speciale nel comune di Borgo Valsugana, in provincia di Trento.
Qui, da qualche giorno, c’è una nuova opera, una scultura imponente, a firma Arcangelo Sassolino. Per saperne di più abbiamo incontrato l’artista.
"Siamo in un contesto piuttosto magico, c’è un'energia speciale qui ad Arte Sella, nel parco di sculture di Arte Sella e quello che vediamo, questa neonata scultura, ha il titolo Physis. Sono due masse di granito cavate qui, in Trentino. E’ una pietra che è rimasta sotto la montagna per decine di milioni di anni e adesso è esposta qui. Il masso è stato tagliato in due, abbiamo messo un meccanismo al suo interno e soprattutto questo dischiudersi che compie la scultura. Questo lentissimo movimento di aprirsi il mattino e ricomporsi, chiudersi come fosse un fiore, una conchiglia, una gemma di notte, è completamente svincolato dalla rete elettrica".
"Volevo che il lavoro fosse in armonia con la natura che lo circonda e con la filosofia del parco e perciò è una scultura cinetica, però è indipendente, il movimento vien dato dal sole, dal meteo. Mi piaceva anche questa idea di una giornata in cui piove o nevica per giorni, durante l'inverno, qui, tra queste meravigliose montagne, la scultura si ferma. Quando esce il sole, quando ritrova abbastanza energia, il suo moto riparte. Questo cinetismo, legato agli eventi meteorologici, per me era fondamentale".
"Siamo in un momento storico che ci coglie di sorpresa, perché forse 10 anni fa avevamo l'idea di dove stavamo andando e invece gli ultimi eventi ci fanno ripiombare in un dubbio tremendo su qual è il futuro della nostra Società e anche del nostro Pianeta, dell'ambiente. Questo sicuramente è un lavoro sulla lentezza; prima scherzando ho detto che è addirittura frustrante, perché non ha niente di quella velocità, di quel cinetismo, di quella nevrosi, di cui la nostra società è infusa, di cui siamo tutti vittime. Addirittura è un lavoro nuovo anche per me, è come qualcosa che viene varato, è come uno strumento che va accordato e adesso che comincio a conoscerlo, vorrei dargli un tempo ancora più lento, ancora più estremizzare questa sua lentezza. Però è una lentezza, se ti fermi a riflettere, che è quella inesorabile, implacabile di ogni cosa, cioè non c'è niente che sia fermo, tutto è lentamente, maledettamente, meravigliosamente in divenire. E' una piccola riflessione su quello che siamo come individui, forse".
"Ho imparato che una volta che licenzi un lavoro poi non è più tuo, in qualche modo ed è giusto che ognuno, grande e piccolo, uomo o donna, più o meno acculturato, ci colleghi la metafora o faccia la propria interpretazione. Però, questo fatto di dipendere completamente dalla natura, vorrei che in qualche modo si insinuasse tra le riflessioni dei fruitori.
Quello che vediamo è il cervello. Il cuore è dentro il granito. E' incastrato proprio dentro la materia. Quello che lo gestisce nei tempi, che ne regola l'energia e anche quello che in qualche modo ce lo rende familiare, in quanto cinetico, è il suo cervello, che è questo che vediamo. E' dentro una teca perché volevo che si vedesse tutta il suo essere complicato, anche se l'azione è estremamente semplice".
"L'Arte è fondamentale, bisogna assolutamente che si diffusa il più possibile e questo è un luogo che fa da cassa di risonanza. L'Arte è fondamentale, lo è sempre stata e lo sarà sempre. E' alla base dell'essere umano, di chi siamo, come individui, in ogni momento storico".
Il presidente di Arte Sella è Giacomo Bianchi. A lui chiediamo perché hanno scelto un'opera di Arcangelo Sassolino e come si è sviluppato il progetto.
"E’ un’opera fondamentale, lo abbiamo detto più volte, perché è un’opera che in qualche modo racconta il passaggio di Arte Sella, che è un passaggio direi quasi epocale. La storia di Arte Sella è una storia lunga, una storia di 35 anni di relazione con la Natura. Però, ci siamo resi conto che possiamo continuare a indagare questa relazione, solamente se cambiamo il modo in cui lo facciamo e se lo facciamo soprattutto con le tecniche, con la sensibilità della contemporaneità. Noi siamo esseri umani nel mondo – anche Arcangelo (Sassolino) lo dice sempre – l’artista è parte di quel tempo. Arte Sella è parte di questo tempo, non è l’Arte Sella di 35 anni fa".
"Quindi questo è il tempo in cui l’Uomo, noi, nella nostra vita quotidiana, ci rendiamo conto di quanto abbiamo bisogno della Natura; di quanto siamo potenti e capaci di trasformarla nel bene e nel male. A me piace spingere proprio l’acceleratore sul bene. E’ chiaro che adesso siamo tutti angosciati dalla nostra capacità distruttiva, da quanto l’Uomo sta mettendo in crisi la relazione con la Natura e quindi la sua stessa vita. Però mi piace vederla anche dal punto di vista della nostra capacità di trasformarla ancora. Io sono un ingegnere, per cui ho questa fiducia nella Tecnica. Credo che con la nostra intelligenza, con la nostra creatività, sia tecnica, ma anche ovviamente artistica, l’Uomo può buttarsi in là, può davvero forse trovare le soluzioni ai problemi che lui stesso ha causato".
"L’Arte in questo è straordinaria. Un’opera come questa ci dice che forse possiamo, forse ce la facciamo. È un’opera concreta, non è teoria. È un’opera che in ogni momento in cui sei qui e la osservi, la accogli in te, la fai risuonare, è un’opera che ti racconta di quanto dobbiamo essere attenti al tempo che stiamo sciupando, magari; alla velocità con cui ci sembra di dover vivere e forse in realtà non è quella giusta e quindi è un’opera che ci interroga tanto. Ci interroga e forse dà anche delle risposte, se sappiamo ascoltarle".
"E’ un’opera che si muove grazie al Sole, per cui in qualche modo l’energia che usa è l’energia della Natura. È un’opera che si muove a seconda delle stagioni, è una macchina che asseconda le stagioni. Quando nevicherà questo inverno, il pannello solare sarà rivestito di neve e la macchina si fermerà e quindi sarà un animale in letargo. Non consumerà energia, come gli orsi quando vanno in letargo, che consumano pochissime calorie e riescono a sopravvivere. L’opera non consumerà nulla e quindi - in qualche modo – il nostro impatto in questo luogo è un impatto leggero. C’è perché siamo Uomini, siamo uomini in cammino, in trasformazione, però l’impatto è minimo e questo ci rende molto orgogliosi".