Anish Kapoor, le opere dell'artista in mostra a Venezia. L'intervista a Sky Tg24

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In concomitanza con la 59/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia,  le Gallerie dell'Accademia di Venezia  e Palazzo Manfrin celebrano l'artista britannico con una grande retrospettiva. "Il colore può riflettere e parlare di stati d’animo che sono incerti, a volte bui, a volte luminosi" racconta a Sky Tg24

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In concomitanza con la Biennale d' Arte di Venezia, le Gallerie dell'Accademia di Venezia presentano una grande mostra retrospettiva di Anish Kapoor, l'artista britannico famoso per aver sperimentato i limiti e la materialità del mondo visibile attraverso opere che trascendono la loro oggettività e sollecitano lo spettatore ad interagire emotivamente. Un'altra sede prestigiosa, lo storico Palazzo Manfrin nel sestiere di Cannaregio, completa questa rassegna con un'ulteriore importante selezione di opere di grandi dimensioni e che sfuggono a ogni definizione tradizionale. Curata dallo storico dell'arte Taco Dibbits, Direttore del Rijksmuseum di Amsterdam, questa mostra rappresenterà l'intera gamma visionaria della pratica di Kapoor, la sua sensibilità pittorica e la sua abilità scultorea. Per l'occasione Sky TG24 ha intervistato l'artista.

©Ansa

L'intervista ad Anish Kapoor

“Io amo Venezia, amo tutto quello che rappresenta, è un villaggio cosmopolita che racchiude un vero spirito internazionale al suo interno e la Biennale rappresenta bene quest’idea di culture che si uniscono, è molto importante poi naturalmente essere qui, nell’Accademia, casa di grandi artisti e pittori veneziani. Ed è molto importante anche  osservare la grande arte del passato con gli stessi occhi di un contemporaneo che guarda all’Arte del suo tempo, in modo che queste due impressioni si fondano" ha raccontato l'artista intervistato da Sabrina Rappoli. E ancora: "Credo che la pittura veneziana in particolare, avesse una relazione complessa con il colore, faccio l’esempio di Tiziano, ma ce ne sono molti altri. E la relazione risulta ancora più complessa se pensiamo che la maggior parte delle opere d’arte di questa città furono concepite durante la peste e girano intorno all’idea di questa “bestia” sconosciuta.  Un aspetto non molto differente da questo momento storico. E’ l’idea che il colore possa riflettere e parlare di questi stati d’animo che sono incerti, a volte bui, a volte luminosi. Si tratta del vecchio gioco dell’artista che si pone da sempre le domande fondamentali: cosa significa essere vivi? Cosa è vivo? Qual è la differenza tra me e un oggetto inanimato?”

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La mostra dedicata ad Anish Kapoor

L'esposizione, che comprende 60 opere, ha un carattere retrospettivo, presentando i momenti chiave della carriera dell'artista accanto ad un nuovo corpo di lavori inediti. Per la prima volta sono esposte le nuove opere, fortemente innovative, create utilizzando la nanotecnologia del carbonio, così come i recenti dipinti e le sculture che testimoniano la vitalità e la spinta visionaria dell'attuale produzione artistica di Kapoor.
 Questa interazione tra scienza e arte ha creato opere che si collocano all'interno del secolare linguaggio della pittura che, insieme a installazioni come Shooting into the Corner (2008-2009) e ai nuovi dipinti, entrano in un complesso dialogo con la collezione storica delle Gallerie dell'Accademia.
  Forse, più esplicitamente che mai, questa mostra guarda a un linguaggio interiore che è sempre stato centrale nella pratica di Kapoor. In Pregnant White Within Me (2022) l'architettura delle Gallerie si dilata, suggerendo una ridefinizione dei confini tra corpo, edificio ed essere. Lungo tutta la mostra le opere di Kapoor assorbono ed estendono lo spazio all'interno e intorno a loro in regni inquietanti, trasformando le sale delle Gallerie dell'Accademia in luoghi magici - andando oltre l'esposizione di oggetti.
    La duplice mostra continua con Mount Moriah at the Gate of the Ghetto (2022) che capovolge il mondo all'ingresso di Palazzo Manfrin, cui appartenevano originariamente alcuni dei più celebri dipinti oggi conservati all'interno della collezione permanente delle Gallerie dell'Accademia. Questa massa pendente conduce i visitatori, attraverso le sale del palazzo in corso di restauro, lungo un percorso che propone opere eseguite nel corso dell'intera carriera dell'artista: dal trittico dipinto Internal Objects in Three Parts (2013- 2015) a opere come White Sand, Red Millet, Many Flowers (1982). Una serie di opere specchianti invertono e distorcono lo spettatore. Cielo, inferno, terra e mare sono evocati ad esempio in Turning Water Into Mirror, Blood into Sky (2003) e Destierro (2017), un'epica azione di sovvertimento. L'installazione centrale Symphony for a Beloved Sun (2013) sommerge l'edificio storico nel colore primordiale e nelle questioni della vita e della morte.

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