Paolo Cognetti: "Quanto è faticosa la semplicità nella scrittura"

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Filippo Maria Battaglia

©IPA/Fotogramma

Dopo il successo delle "Otto montagne", lo scrittore firma un nuovo romanzo ambientato sempre ad alta quota. E durante "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri, dice: "Raccontare con una lingua concreta e precisa è un'ambizione a cui si arriva, se si è bravi, dopo un lungo lavoro di revisione e di  sottrazione"

"La lingua dura della montagna": Paolo Cognetti definisce così, alla pagina cinquantaquattro del suo nuovo romanzo, "la lingua concreta e precisa delle cose, quella che usa più sostantivi che aggettivi". È  a questa lingua che è affidato il racconto del suo ultimo libro, "La felicità del lupo", che Einaudi ha da poco portato in libreria dopo il successo delle "Otto montagne" grazie al quale Cognetti è stato tradotto in oltre 40 Paesi, raggiungendo più di un milione di lettori.

"Quella lingua è la stessa lingua della poesia", dice durante "Incipit", la rubrica di Sky TG24 dedicata ai libri, prima di spiegare come trovare i nomi giusti per definire la realtà offra la possibilità di levare tutto il resto, dagli aggettivi ai lunghi giri di frase. "Questa semplicità a cui si perviene non è affatto istintiva - osserva - La scrittura nasce complicata, imprecisa, sovrabbondante e la semplicità è una meta, un’ambizione a cui si arriva, se si è bravi, dopo un lavoro lungo e faticoso di pulizia".

"La montagna? Un luogo complesso, come tutti i luoghi abitati"

Così come il suo romanzo più noto, anche "La felicità del lupo" è ambientato in montagna. È lì infatti che il quarantenne Fausto si rifugia prima di accettare il lavoro di cuoco e incontrare Silvia, che serve ai tavoli di quello stesso ristorante. Una montagna relativamente vicina alla città (Milano), anzi - come dice Fausto - assurdamente vicina, eppure abbastanza distante da generare una consistente sfilza di malintesi e stereotipi: "Mi capita spesso di sentirmi dire quanto debba essere bello vivere quassù, in mezzo al bosco, nella pace e nel silenzio - racconta Cognetti in questa intervista - Tutto vero, certo. Poi, però, c’è anche la solitudine, così come c'è un'altra montagna, quella del lavoro,  che è lontana dalla quiete perché chi deve lavorare non fa poi così silenzio".

"La montagna - dice ancora Cognetti - è un luogo complesso, come del resto tutti i luoghi abitati dalle persone, e con questo romanzo ho voluto riportarla al livello di realtà". Ed è in questa chiave che va ricercata la singolarità della "Felicità del lupo": nella capacità, cioè, di raccontare un luogo con il suo fascino e la sua complessità, sottraendolo dalla solita cartolina bidimensionale in cui pure una certa retorica l’ha costretta e confinata.

 

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epa06331206 Italian writer Paolo Cognetti, winner of the Strega Award 2017, poses during the presentation of the Spanish edition of his book 'Il Ragazzo Selvatico' in Barcelona, Spain, 15 November 2017.  EPA/Enric Fontcuberta

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