Il mito di Santa Claus rivendicato da uno dei giganti del fumetto anglosassone, Kitty Pryde alle prese con un mostro sotto l'albero, la vigilia horror di Dylan Dog. E poi c'è Zerocalcare
Natale si avvicina e con un po’ di fatica in più del solito porta con sé anche l’atmosfera delle feste. Quest’anno in particolare, poi, non dovrebbe mancare il tempo per leggere. Magari un bel fumetto a tema, da sfogliare sotto all’albero e davanti al camino. La redazione di Fumettopolis ne ha scelti tre (più uno bonus) tra classici e nuove uscite, e ve li segnala in questo pezzo a sei mani.
Klaus di Grant Morrison e Dan Mora
(consigliato da Gabriele Lippi)
Dimenticatevi quel vecchio bonaccione canuto vestito di bianco e rosso e guidato dal naso luminoso dell’amico Rudolph. Il Klaus di Grant Morrison ha la barba sì ma sotto un'armatura di cuoio smanicata cela (nemmeno troppo) solidi muscoli, guida una slitta ma trainata da lupi perché le renne le mangia per colazione, consegna regali ai bambini ma è convintissimo che quelli cattivi non esistano. L’autore scozzese qui gioca con le divinità mitologiche senza nemmeno prendersi la briga di travestirle da supereroi, esplora i confini tra il mondo degli uomini e quello degli dei, riscrive le leggende natalizie mischiandole fra loro. Perché nell’universo fantasy medievale di Grimsvig non esiste nemmeno il Natale, si festeggia il suo antenato scandinavo Yule. E nessun bambino, escluso il viziatissimo figlio del barone Magnus, può possedere giocattoli. A Klaus questa dittatura senza fantasia non piace, così decide di combatterla a partire dai sorrisi dei più piccoli. Per vincere la sua guerra, però, dovrà sconfiggere forze oscure, diventando a sua volta una leggenda immortale. La scrittura di Morrison è intrigante e a tratti intricata, i disegni di Dan Mora completano l’opera dandole colore, vivacità e soprattutto dinamismo. Se volevate Babbo Natale resterete delusi, se invece cercavate qualcosa di nuovo e diverso, allora questa mini serie di sette capitoli pubblicata nel 2015 e ora riunita da Panini in un unico volume fa al caso vostro.
Il demone – Uncanny X-Men #143 di Chris Claremont, John Byrne e Terry Austin
(consigliato da Cristian Paolini)
“Il demone” è una storia pubblicata originariamente sul numero 143 della collana The Uncanny X-Men uscito negli Usa nel marzo del 1981. Sullo sfondo della vigilia di Natale, il racconto è quasi un romanzo di formazione per una degli (allora) ultimi arrivati tra i pupilli di Charles Xavier: Kitty Pryde. Lasciata sola nella villa del reietto gruppo di mutanti, Kitty vive una notte da incubo in compagnia non di uno spirito natalizio, ma di un letale demone della schiatta N’Garai, affrontata e sconfitta in un numero precedente dai compagni, in cui imparerà in fretta che se l’unione fa la forza, se sei una X-Men devi anche sapertela cavare da sola, se vuoi salvarti la vita. Una specie di “Mamma, ho perso l’aereo!” in salsa horror, ma con il lieto fine che ben si addice alle avventure natalizie. La storia è confezionata dai testi dell’autore per antonomasia della saga degli X-Men, Chris Claremont, e impreziosita dai disegni di John Byrne, con Terry Austin alle chine. Un gioiellino da riscoprire, magari approfittando delle vacanze di Natale, di un’epoca in cui in casa Marvel sugli effetti speciali e una continuity sempre più ingarbugliata avevano la precedenza le idee e le buone storie.
Il Natale infinito – Dylan Dog “Old Boy” di Alberto Ostini e Luigi Piccato
(consigliato da Vittorio Eboli)
Chi l’ha detto che a Natale vincono sempre i buoni sentimenti? Per chi è alla ricerca dei “lati oscuri” della festa più mielosa che c’è, le atmosfere di Dylan Dog sono l’ideale: struffoli di surrealtà farciti con canditi di critica sociale ne “Il Natale infinito”, storia da brividi ambientata il 24 dicembre e in uscita nella collana “Old Boy” (ossia nell’universo sclaviano precedente la rivoluzione avviata col n.400 da Roberto Recchioni). Scritta dall’amico di Fumettopolis Alberto Ostini, disegnata dalla colonna Luigi Piccato (con Riccio e Santaniello) in morbidi toni di grigio, la storia stigmatizza “le piccole e grandi ipocrisie, le convenzioni sociali cui si è sottoposti controvoglia” come afferma lo stesso Ostini nella prefazione. Natale è “il trionfo dell’amore disinteressato o l’apice di un modello consumista portato all’estremo”: indovinate quale prevarrà?
Bonus: A Babbo morto di Zerocalcare
Di A Babbo morto (LE TAVOLE) abbiamo già parlato su FUMETTOPOLIS e a SKY TG24, con Zerocalcare ospite di Timeline. Il fumettista di Rebibbia si cimenta qui con una contronarrazione del Natale, ribalta i buoni sentimenti del Canto di Dickens e ne crea uno tutto suo, dark e spaventosamente realistico. La storia di fantasia che comincia con la dipartita di Babbo Natale è in realtà un pretesto per criticare la società dei consumi di massa, in un contesto crudo fatto di diritti violati, battaglie sindacali e repressione violenta da parte di uno Stato di polizia. Edito da BAO Publishing, A Babbo morto è tutto fuorché una storia per bambini.