Rifugi di design e baite hi-tech, le strutture più all’avanguardia delle Alpi italiane

Lifestyle

Costanza Ruggeri

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Architetture ardite, fatte di legno, vetro, pietra e acciaio contraddistinte da tecnologie fino a pochi anni fa impensabili in alta quota. Le nuove costruzioni sulle cime delle nostre montagne, meta preferita per l'estate 2020, contendono lo sguardo al panorama e ridisegnano il profilo delle vette

Dimenticate le capanne spartane di legno con il tetto in lamiera, le baite con i fienili e lo spirito di adattamento necessario in alta quota.  Nel secondo decennio del ventunesimo secolo i rifugi e i bivacchi si fanno ecosostenibili e la tecnologia entra nelle baite e negli alberghi delle nostre montagne per dare vita a strutture confortevoli e all’avanguardia. Una vera e propria rivoluzione architettonica dove legno, vetro, pietra e acciaio sono i protagonisti (GUARDA LE FOTO DELLE 20 STRUTTURE PIU' FUTURISTICHE DELLE ALPI ITALIANE).

Bivacchi come binocoli e cappelle

Sul ghiacciaio del Fréboudze, nel comune di Courmayeur, laddove c’era una capanna del 1948, svetta oggi il bivacco Gervasutti, un binocolo puntato sulla parete est del Grandes Jorasses, sul massiccio del Monte Bianco. Sospeso a 2.835 metri, su un ammasso di ghiaccio e roccia, è per volere degli architetti che lo hanno progettato un concentrato di “comfort, sicurezza, resistenza, igiene e rispetto dell'ambiente”.
Sulle Alpi Giulie in Friuli, a 2.500 metri, si trova invece il bivacco Luca Vuerich, progettato dall’architetto Giovanni Pesamosca. Realizzata con legno di abete rosso locale, la struttura (che ricorda una cappella) è stata studiata appositamente per sopportare i grossi carichi di neve che si depositano durante l’inverno. 

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Estate 2020, la montagna è la meta preferita: 15 cose da sapere. FOTO

Legno, vetro, pietra e acciaio per i nuovi rifugi montani

Larice e abete rosso per il rifugio Oberholz, in Alto Adige. Un piccolo gioiello di design a oltre 2mila metri. Una struttura costruita all'insegna dell'ecosostenibilità che coniuga la morbidezza delle linee contemporanee e il rigore delle baite tradizionali.
Una vela d’acciaio, invece, in Valle d’Aosta dove la vetrata del rifugio Gonella svetta a 3.071 metri sopra il Ghiacciaio del Miage. Inaugurato nel 2011, ha sostituito la baita in legno del 1891 diventando il punto di partenza della via italiana di ascesa al Monte Bianco.
Forma triangolare e basamento come le tipiche abitazioni walser per il rifugio Mollino, nell’Alta Valle di Gressoney: una casa sospesa e sostenibile, a quota 2.020 metri, nata da un progetto dell’architetto torinese Carlo Mollino.
Vetrata monumentale e dettagli di design al rifugio Piz Boè in Alta Badia. Raggiungibile dalla cabinovia che parte dal centro di Corvara, la struttura è caratterizzata da alti standard di risparmio energetico, materiali naturali, wi-fi gratuito e una fortissima personalità data dai dettagli dell’arredo interno.
Nuovo gioiello architettonico con vista su Adamello, Presanella e Pian di Neve, il Panorama 3000 Glacier è una struttura realizzata interamente in acciaio e vetro. Dal suo interno si può godere di un panorama mozzafiato sul Presena, il più vasto ghiacciaio delle Alpi italiane.
Interno contemporaneo anche per il Rifugio Burz di Arabba, in Veneto, che all’esterno ricorda un fienile tradizionale con scandole di legno sul tetto e travi di larice.

L'interno del Rifugio Oberholz in Alto Adige

Design e affaccio sulle cime per i nuovi alberghi alpini

18 suite e 12 baite private hi-tech disposte ad arco attorno a un corpo centrale in vetro e legno per l’Adler Lodge Alpe, con affaccio sulle cime del Sassolungo e del Sasso Piatto, sull’Alpe di Siusi. Un 5 stelle ecocompatibile che fonde lo stile alpino tradizionale con lo stile africano.
Totale assenza di cemento per il Sunny Valley Kelo Mountain Lodge nel Parco dello Stelvio. Solo vetro, pietra e legno per l’albergo voluto da Beppe Bonseri (ex manager di Alberto Tomba) che ha chiamato una squadra di sami lapponi per realizzare la sua idea a 2.700 metri: 11 suite, sauna nel bosco e bar in un igloo.
Certificato Eco Hotels of the World, il Vigilius Mountain Resort, in Trentino, è stato realizzato dall’architetto italiano Matteo Thun. Nascosto e mimetizzato con la natura, costruito in legno di larice, ci si arriva solo tramite funivia.
A Cervinia il Principe delle Nevi offre camere e suite che mischiano il classico arredamento degli chalet a tocchi pop, colorati e giocosi.
Design protagonista anche al Muchele di Postal, in Alto Adige: vetro, ferro e legno di castagno per gli esterni e le 40 suite il cui arredo è stato affidato a Moroso, marchio 100% made in Italy.

La terrazza-solarium del Vigilius Mountain Resort in Trentino

Chalet con spa e pontile privato

Costruito a impatto zero, con materiali di bioarchitettura, lo chalet Levissima Bormio 3000 svetta tra le montagne del Parco nazionale dello Stelvio, di fronte a Cima Piazzi. È la suite più elevata d’Europa.
È un inno alla nuova grammatica alpina il Private Luxury Chalet Purmontes, in Val Pusteria. Linee sobrie, ampi spazi, vetrate trasparenti per questi 5 chalet di lusso con pontile privato per accedere a un laghetto naturale.
Atmosfera e esclusiva e spa nel proprio chalet alle Green suites del Floris, a Siusi allo Sciliar, vicino Bolzano. Un’oasi alle pendici del più grande altopiano d’Europa. 

Le Green suites dell'Hotel Floris a Siusi allo Sciliar

Arte e design ad alta quota

A 2.275 metri di quota sulla cima di Plan de Corones, il più spettacolare altopiano panoramico dell’Alto Adige, il Lumen museum propone un concept innovativo che colloca la montagna al centro della fotografia, dell’architettura e dell’arte culinaria. 1.800 metri quadri di superficie espositiva per un’esperienza culturale coinvolgente nel cuore delle Dolomiti. Una struttura architettonica dinamica e moderna, concepita in sintonia con il paesaggio circostante e frutto di progetto di recupero dell’ex stazione a monte della funivia. A pochi metri di distanza il più famoso museo in alta quota, il Messner Mountain Museum Corones, dedicato all’alpinismo tradizionale e ospitato in un edificio progettato da Zaha Hadid. Al passo Reiterjoch di Obereggen, all’interno di “Latemarium” (uno dei parchi d’arte più alti del mondo), si può godere dello spettacolo delle Alpi attraverso l’Eye to the Dolomites, gigantesco “occhio” in legno di larice installato dall’artista Harry Thaler. Unire architettura e natura, facendo svanire il confine tra intervento e contesto, è lo scopo di Lookout, una terrazza panoramica situata a 2.307 metri sul Monte Specie, nel cuore del parco naturale di Fanes-Senes-Braies nelle Dolomiti. Un progetto pilota alla base del quale c'è un piano generale di terrazze panoramiche, 20 complessivamente, di cui sette in Alto Adige.

Un dettaglio del Lumen Museum, sulla cima di Plan de Corones

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