Talenti di ritorno, storie dal Sud Italia

Lavoro
Federica De Lillis

Federica De Lillis

Sono molti i ragazzi e le ragazze del Mezzogiorno che dopo il diploma scelgono di trasferirsi al Centro-nord. Secondo alcuni, la sensazione è di “non avere una scelta”, l’unica alternativa “credibile” sembra emigrare. Alcuni hanno deciso di sfidare questa narrazione e di “scendere giù”, questa volta, per restare

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Sentirsi un emigrato è retorica perché tutti noi viaggiamo, tutti noi facciamo esperienze, tutti noi vogliamo costruire qualcosa anche altrove però se lo fa qualcuno del sud è emigrato perché non sapeva cosa fare”. Cristiano Carriero viene da Bari, è un imprenditore e un digital strategist. La sua è una storia abbastanza comune nel Sud Italia: andare via, per chi ne ha le possibilità, sembra l’unica alternativa valida. “Quando un ragazzo del Sud sceglie l’università spesso si domanda se troverà lavoro, sia per il corso di studi che sceglie, sia la destinazione. Quindi spesso preferisce iscriversi a un’università del Nord”. 

 

Secondo Istat, tra il 2012 e il 2021, dal Meridione sono andate via un milione e 138mila persone dirette verso le regioni del centro-nord. Pur considerando coloro che negli anni sono rientrati o si sono trasferiti al Sud, il saldo resta negativo: in 10 anni il Mezzogiorno ha perso 525mila abitanti.

La scelta di partire arriva spesso dopo il diploma. Secondo l’ultimo rapporto di AlmaLaurea, più di uno studente su quattro proveniente dal Sud, si è trasferito in una università del Centro-nord.

Una scelta di studio che spesso diventa definitiva. A cinque anni dalla laurea quasi un giovane su due ha scelto di non tornare al Sud perché ha trovato lavoro altrove.

“Quando ho iniziato a studiare all’università ho incontrato tantissimi studenti e studentesse che avevano fatto la stessa scelta, - racconta Leandra Borsci, esperta di comunicazione digitale che, dopo il liceo, da Taranto si è trasferita in Emilia Romagna - avevano lasciato casa loro, ma a differenza mia avevano un progetto, avevano una urgenza di tornare. Per me questa cosa era straordinaria e non riuscivo tanto a capirla perché se da una parte vedevo il loro entusiasmo, la loro voglia di cambiare le cose, non ero molto sicura che il territorio sarebbe stato pronto ad accoglierli e a sovvertire quel ‘Si è sempre fatto così’

"Tornare giù" per restare

"Non ho mai pensato di lavorare dal Sud o al Sud, fino a che non sono venuta in contatto con un post di Cristiano Carriero che parlava proprio del coraggio di tornare e di cosa in realtà voglia dire". 

Lasciarsi il mare a destra, percorrere la penisola in treno o in auto sulla A14. È la strada che per molti anni Cristiano ha fatto quando da Bari andava a Milano, dove ha studiato e poi è tornato per lavorare. Nel 2017, però, sceglie di tornare a casa, in Puglia, dove fonda La Content, un’azienda che oggi si occupa di trasmettere competenze digitali a piccole e grandi aziende di tutta Italia, ma stavolta senza andare via dalla sua città. 

“Ho deciso di tornare definitivamente quando ho capito che a Bari c’erano le stesse possibilità che ci sono altrove ma soprattutto che queste possibilità non le devo aspettare, le devo creare anche io.  Credo che qualunque difficoltà può essere superata se ci rendiamo conto che noi siamo parte di questo progetto, che noi non siamo persone che non hanno nulla a che vedere con il miglioramento dei servizi, con il miglioramento del pensiero”. 

Le nuove possibilità aperte dal digitale

Le difficoltà di un ritorno possono essere tante e non tutti vogliono farlo ma il digitale, come ci ha raccontato Leandra, che dal 2021 lavora insieme a Cristiano, ha aperto nuove possibilità. 

“Devo dire che ho trovato il mio modo personale di tornare a casa facendolo in un modo davvero particolare e di questo il merito ce l’hanno due elementi: il primo sono le persone che si sono davvero rimboccate le maniche e hanno fatto qualcosa per sovvertire completamente la narrazione e valorizzare il south working; l’altro è il digitale che ci ha dato l’opportunità di cancellare completamente i perimetri e di disegnare geografie talmente personalizzate che oggi mi permettono di incontrare clienti del Sud e di trovare con loro un’affinità che è difficile da ricreare perché condividiamo un’esperienza, un vissuto, un portato valoriale che riconosciamo a una sola occhiata, con una parola o con un’espressione gergale che riusciamo a capire”.  

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Il pensiero meridiano di Franco Cassano 

Quando Cristiano racconta della sua esperienza di ritorno cita spesso un libro di Franco Cassano, scrittore barese, che parla di ‘pensiero meridiano’ . 

“Cassano invita a essere pro-attivi a non dipendere dagli altri, a non fare sì che il Sud sia un pensiero di qualcun altro che deve decidere che cosa deve essere il Sud Italia. La nostra è una vita diversa, è una vita più lenta ma non per questo deve essere meno pro-attiva, meno gratificante, anche dal punto di vista professionale. Perché noi non siamo solo quelli delle vacanze e del mare, dell’ospitalità di maniera, siamo terra di accoglienza, che è molto diverso”.

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