Carburanti: gestori, al via sciopero

Lavoro
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Il governo ribadisce l’estromissione dai ristori

Ha preso il via da ieri sera, lo sciopero nazionale dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti, attuato con le seguenti modalità: impianti di rete ordinaria: dalle 19 alle 15 del 16 dicembre 2020; aree di servizio della viabilità autostradale e assimilabili: dalle 22 del 14 dicembre, alle 14 del 16 dicembre 2020. L’agitazione è stata confermata, si legge in una nota congiunta delle organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, "a causa della decisione del Governo di estromettere le piccole imprese di gestione dai benefici già previsti dai cosiddetti decreti Ristori. Dopo mesi di sollecitazioni cadute nel vuoto, è stato lasciato inascoltato persino l’auspicio della Commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi essenziali, che pure aveva lanciato un forte richiamo al dialogo ed al confronto".


L’estromissione della categoria, rilevano i gestori, " viene confermata da una dichiarazione di Morani, sottosegretaria al Mise, che a nome del governo intenderebbe rimandare i necessari interventi concreti ed urgentissimi a sostegno delle piccole imprese dei gestori ad un “tavolo per la riforma del settore” di cui si favoleggia da decine di anni inutilmente ed a prossimi provvedimenti (il cosiddetto “fondone”) che, nella migliore delle ipotesi, vedrebbero le prime bozze non prima della primavera prossima inoltrata. Si tratta, con ogni evidenza, di mere intenzioni che suonano come una beffa alle orecchie di una categoria di lavoratori che pure ha garantito l’esercizio del pubblico servizio essenziale per la comunità dall’inizio dell’emergenza pandemica, assumendo l’onere di costi sostanzialmente insopprimibili, pur dovendo lamentare una caduta verticale dei volumi di vendita che attualmente si aggirano intorno al 60% sulla viabilità ordinaria ed all’80% su quella autostradale, dove peraltro il servizio deve essere garantito h24 e 7 giorni su 7".


L’indifferenza mostrata dal governo, sottolinea, "evidentemente impegnato in queste ore più in beghe di palazzo che a rimanere in contatto con la realtà di quanto avviene ai suoi cittadini sta spingendo le piccole imprese dei gestori ad una crisi economica e di liquidità che costringerà già nei prossimi giorni a chiudere progressivamente le attività, che oggi assicurano l’impiego di oltre 100.000 addetti in tutta Italia, per l’impossibilità di approvvigionarsi di prodotti. Di qui l’inevitabile conferma dell’agitazione già proclamata, a cui saranno fatte seguire altre già dal prossimo mese di gennaio".

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