Sicurezza lavoro, sindacati: contributo per malati da amianto

Lavoro

Cgil, Cisl e Uil chiedono che una specifica misura sia inserita nella legge di Bilancio

I segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Rossana Dettori, Angelo Colombini e Tiziana Bocchi, unitamente alle associazioni per la tutela dei diritti dei malati e familiari da amianto (AfeVa, Coordinamento nazionale amianto, Aiea, Mai Più Amianto) hanno richiesto un incontro urgente con i ministeri del Lavoro e dell’Ambiente  e con i capi gruppo di Camera e Senato, per domandare che venga inserita nella prossima legge di bilancio una norma che preveda la stabilizzazione o, in alternativa, la proroga del contributo una tantum a favore dei malati non professionali o ambientali di mesotelioma. Lo comunicano le segreterie dei sindacati in un comunicato congiunto.  "Se non sarà inserita una specifica norma che preveda la continuità della prestazione anche per il prossimo triennio – affermano i sindacati - si andrà a cancellare una tutela di alto valore sociale e di concreta solidarietà civile, determinando soprattutto una differenziazione, in negativo, nel riconoscimento dei diritti di questi malati". 

Ancora molti effetti negativi

"Il tema dell’amianto nel nostro paese – continuano i sindacati - genera ancora evidenti effetti negativi, sia ambientali che sanitari, per i quali occorre stanziare risorse economiche adeguate . Da anni, come organizzazioni sindacali, insieme alle associazioni per la tutela dei diritti dei malati e familiari da amianto, abbiamo tenuto alta la guardia sulle problematiche dell’amianto e diverse sono state le iniziative e gli importanti risultati raggiunti. Fra questi l’approvazione dell’emendamento al cosiddetto decreto milleproroghe che mette a disposizione 4 milioni di euro per i malati non professionali di mesotelioma e dei loro eredi, portando da 5.600 euro a 10.000 euro l’entità della prestazione. Ma l’impegno non può considerarsi esaurito – concludono Cgil, Cisl e Uil - in quanto quest’ultima cesserà di essere erogata nei confronti delle nuove diagnosi successive al 31 dicembre 2020".

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