Contratti: alimentare, 9 ottobre sciopero 4 ore

Lavoro

Il contratto è stato siglato a fine luglio tra i sindacati e Unionfood, Assobirra e Ancit, senza l’adesione delle altre associazioni di imprese coordinate da Federalimentare

Sciopero di 4 ore il 9 ottobre dei lavoratori del settore dell'industria alimentare e proroga di 4 settimane dello stato di agitazione in tutte quelle aziende che non hanno firmato il rinnovo del ccnl industria alimentare. Sono le decisioni prese unitariamente tra le segreterie nazionali, regionali e territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil sul rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare al termine degli incontri di ieri in videoconferenza. Il contratto infatti è stato siglato a fine luglio tra i sindacati e Unionfood, Assobirra e Ancit, senza l’adesione delle altre associazioni di imprese coordinate da Federalimentare. In queste aziende i lavoratori dal 24 agosto sono in stato di agitazione, con il blocco degli straordinari, delle flessibilità e delle prestazioni aggiuntive.

Fai Cisl, ‘contenuti innovativi’

"Con l’incontro di ieri – commenta Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl – abbiamo deciso unitariamente di prorogare per 4 settimane, a partire dal 14 settembre, lo stato di agitazione nelle realtà non firmatarie, e in più abbiamo scelto di svolgere 4 ore di sciopero il 9 ottobre. Quello che è emerso dai nostri incontri con i delegati di tutta Italia è che le lavoratrici e i lavoratori ci chiedono di portare avanti la nostra battaglia e hanno piena consapevolezza dei contenuti innovativi e sostenibili del contratto firmato".“Dev’essere chiaro a tutti – spiega il sindacalista – che questa situazione abbiamo cercato di evitarla con tutti i mezzi, ma abbiamo dovuto fare i conti con la miopia di Federalimentare. La cosa più preoccupante, infatti, è che alle parti datoriali non firmatarie sfugga il carattere di urgenza di questa firma. Conviene a tutte le associazioni di imprese siglare quell’accordo, non solo perché è un sacrosanto riconoscimento agli sforzi fatti dai lavoratori in questi ultimi anni e anche durante il lockdown, quando hanno continuato a produrre con grande senso di responsabilità e tanti sacrifici, ma perché è un contratto che fa bene alle stesse imprese: le mette in condizione di migliorare la propria organizzazione del lavoro, anche in base ai cambiamenti che servono per affrontare la crisi e far ripartire il Paese".

Formazione, welfare, partecipazione

"Il riferimento non è soltanto alle innovazioni sulla formazione, - prosegue - il welfare, la partecipazione, la riclassificazione dei lavoratori, lo smart working, ma anche al nostro impegno per rendere meno pesante economicamente l’anno che verrà attraverso lo spostamento, a settembre 2021, della seconda tranche di aumento contrattuale, e attraverso la moratoria sulla contrattazione di secondo livello per un anno, proprio per venire incontro ai bisogni delle imprese per affrontare le difficoltà attuali con un impegno pienamente sostenibile sotto tutti i punti i vista. Anche per questo – conclude Rota – riteniamo un obiettivo davvero importante la firma del rinnovo e la sua piena applicazione da parte di tutte le associazioni".

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