Sindacati: no ad esuberi H&M in Italia

Lavoro
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Filcams, Fisascat e Uiltucs consapevoli condannano la direzione della multinazionale, “unica azienda del settore che sta chiudendo negozi, e sta creando emergenza occupazionale”

Filcams, Fisascat e Uiltucs consapevoli che la crisi sanitaria ha comportato e comporterà gravi danni a tutto il tessuto economico e produttivo non solo italiano, condannano la direzione di H&M, unica azienda del settore che sta chiudendo negozi, e sta creando emergenza occupazionale. E' arrivata l’ora di dire 'basta' a questa modalità di fare impresa che vede solo il profitto come motore di sviluppo, dov’è finita la responsabilità sociale di impresa tanto decantata dalle multinazionali?!". Così in una nota Filcams, Fisascat e Uiltucs sulla crisi occupazionale ad H&M.


"Filcams, Fisascat e Uiltucs metteranno in campo ogni iniziativa utile a contrastare questa deriva, a partire dal coinvolgimento del ministero dello Sviluppo Economico per venire a capo del piano industriale e delle eventuali ricadute occupazionali. Non ci fermeremo fino a quando per tutti i lavoratori H&M non saranno definite delle collocazioni realmente sostenibili", spiegano ancora i sindacati.


Secondo i sindacati "già dallo scorso 28 aprile la multinazionale svedese H&M che conta in Italia 180 negozi con 5500 addetti diretti e circa 2000 precari, ha dichiarato che a metà maggio non avrebbe riaperto 8 negozi: Grosseto, Udine, Vicenza, Bassano, Gorizia, Bari e due nel centro di Milano, lasciando centinaia di lavoratrici e lavoratori senza impiego. Sin da subito le organizzazioni sindacali hanno contestato la gestione aziendale durante l’emergenza Covid 19", spiegano ancora.


"H&M -attaccano i sindacati- ha messo in crisi oltre 2000 lavoratori, molti di questi impossibilitati anche ad accedere ad ammortizzatori sociali causa il grande utilizzo di contratti a termine e di contratti a chiamata e nonostante il già consistente risparmio economico, ha il coraggio di dichiarare che nel 2020 effettuerà 8 chiusure. In 12 anni di attività in Italia, H&M ha sfruttato in svariati modi le risorse del nostro paese, compreso l’utilizzo della cassa integrazione in deroga, senza mai dimostrare responsabilità sociale per chi ne fa parte: i lavoratori!".


Secondo le organizzazioni sindacali "da allora ad oggi le organizzazioni sindacali, unitariamente, hanno cercato di mettere in campo svariate strategie sia a livello nazionale che territoriale per invertire questa tendenza legata solo al profitto ma H&M sembra non voler trovare soluzioni alternative".


"Lunedì 6 maggio H&M ha inviato 70 lettere di trasferimento coatto ai lavoratori milanesi, con ben oltre 100 km di distanza dalla precedente collocazione, confermando così il comportamento arrogante e senza nessuna mediazione per risolvere la crisi occupazionale che ha creato non riaprendo i 2 negozi su Milano dalla fine del lock down. H&M sta sbagliando, non può pensare di eliminare forza lavoro e continuare ad essere azienda leader del settore del fast fashion!!!", concludono i sindacati.

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