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Fca, allarme Fiom Cgil: aumenta cig, subito confronto

Lavoro

De Palma: ''Gli effetti dell'emergenza Covid-19 stanno mettendo in ginocchio la produzione di auto in Italia”

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'Gli effetti dell'emergenza Covid-19 stanno mettendo in ginocchio la produzione di auto in Italia con effetti pesantissimi sulla situazione occupazionale e salariale delle lavoratrici e dei lavoratori che mantengono il posto di lavoro e una continuità di reddito solo grazie agli ammortizzatori sociali. E non più rinviabile un confronto sul settore dell'automotive". Così Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil in una nota commenta la decisione di Fca e preannuncia la presentazione a breve di un documento di proposte da inviare al Governo. "Ad oggi non si vede una ripresa del mercato, ma giorno dopo giorno aumentano le giornate di cassa integrazione, come comunicato oggi per le lavoratrici e i lavoratori a Torino e Pomigliano nei rispettivi stabilimenti Fca", conclude.

Cassa integrazione non solo per Fca ma anche per Maserati e Carrozzerie

Cassa integrazione ordinaria a giugno e luglio per 9.299 lavoratori di Fca a cui si aggiungono 4.500 interessati dai contratti di solidarietà alle Carrozzerie, alla Maserati e alle Presse, comunica la Fiom di Torino sottolineando: "Ci sono arrivate in questi giorni numerose comunicazioni di utilizzo della cassa integrazione ordinaria da parte delle società di Fiat Chrysler presenti a Torino. Terminate le 14 settimane di cigo previste per l'emergenza Covid-19, viene richiesto un ulteriore periodo di cassa integrazione ordinaria con la causale 'necessità di adeguare i flussi produttivi alla temporanea situazione di mercato e la conseguente contrazione delle attività".  "La filiera dell'automotive era già in crisi prima dell'emergenza Covid-19 - commentano Edi Lazzi, segretario generale Fiom Torino e Ugo Bolognesi responsabile di Mirafiori per Fiom - adesso c'è stata un'accelerazione determinata proprio dalla pandemia. E’ quindi ancora più necessario e urgente affrontare questa crisi per rilanciare un settore strategico per il nostro Paese. Servono poderosi investimenti pubblici e privati, a partire da Fca, per la transizione all'elettrico, per nuovi modelli di auto elettriche da assegnare ai nostri stabilimenti, per predisporre un percorso per la costruzione di una grande fabbrica di batterie". "Per queste ragioni il governo deve convocare Fca e le organizzazioni sindacali per individuare soluzioni idonee al rilancio, alla difesa dell'occupazione, alla transizione delle motorizzazioni. Questo anche alla luce del prestito garantito dallo Stato a Fca affinché non sia una semplice cambiale in bianco", concludono i due sindacalisti della Fiom torinese.