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Enea, con smart working pa -46mln km e -4 mln euro carburante

Lavoro
©Getty

E' uno scenario che parla di milioni e milioni di chilometri di spostamenti evitati e di un taglio secco di milioni di euro risparmiati per lo stop alle auto

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E' uno scenario che parla di milioni e milioni di chilometri di spostamenti evitati e di un taglio secco di milioni di euro risparmiati per lo stop alle auto. E’ il quadro dello smart working della Pubblica amministrazione italiana che ha ridotto, in un anno compreso il periodo del lockdown, la mobilità quotidiana di circa un'ora e mezza in media a persona, per un totale di 46 milioni di chilometri evitati, pari a un risparmio di 4 milioni di euro di mancato acquisto di carburante, modificando anche la loro qualità di vita e di lavoro. 

 

Non solo. Stando all'indagine realizzata nell'ultimo anno dall'Enea ‘Il tempo dello smart working. La Pa tra conciliazione, valorizzazione del lavoro e dell'ambiente’, oltre al beneficio di tempo personale 'liberato' e di traffico urbano evitato, l'Enea ha stimato un taglio di emissioni e inquinanti di 8mila tonnellate di CO2, 1,75 t di Pm10 e 17,9 t di ossidi di azoto. L'indagine, la prima nazionale su telelavoro e lavoro agile nella Pa e realizzata da Enea, “presenta una stima del potenziale di mitigazione di consumi ed emissioni inquinanti conseguibili attraverso il lavoro a distanza e l'innovazione organizzativa, e li pone in relazione con gli effetti generati: dallo sviluppo urbano all'efficientamento della Pubblica amministrazione, al welfare fino alle tematiche di genere” spiegano Marina Penna e Bruna Felici, due delle ricercatrici Enea che hanno curato l'indagine in cui sono state coinvolte su base volontaria 5.500 persone, di cui il 76% donne e il 24% uomini.

 

“I risultati assumono un particolare significato in questi giorni in cui circa il 75% dei dipendenti pubblici lavora in modalità smart working e confermano che le amministrazioni che lo avevano già adottato si siano dimostrate più reattive e competitive rispetto alle altre nell'affrontare l'emergenza” evidenzia ancora Marina Penna. 

 

Penna segnala che “la mobilità è il fattore chiave di un sistema complesso che ruota attorno all'organizzazione del lavoro e si configura come una delle principali cause dei consumi energetici e dello stress ambientale sul quale occorre intervenire con estrema rapidità”.

 

“Del resto - continua - le conclusioni dell'ultimo rapporto dell'Ipcc sono piuttosto chiare quando sostiene che saremo in grado di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, rispetto ai livelli preindustriali, solo se mettiamo in atto modifiche senza precedenti delle nostre abitudini in tutti gli ambiti della società, quali l'energia, il territorio e gli ecosistemi, le città e le infrastrutture, nonché l'industria". “L'emergenza - sottolinea Penna - ci ha di fatto costretti a mettere in atto tali modifiche straordinarie e oggi siamo in grado di misurarne gli effetti. L'analisi trimestrale Enea, in uscita in questi giorni, riporta dati sulla riduzione dei consumi e delle emissioni nel periodo che comprende la pandemia. Dal momento che il calo non è strutturale, ma si lega a condizioni di emergenza il timore è l'effetto rimbalzo sui consumi di carburanti e sulle relative emissioni”.

 

Le conseguenze, evidenzia ancora Penna, “sarebbero pesanti sia per l'avvio di una fase di crescita, che allontanerà l'Italia sempre più dai target dell'accordo di Parigi sia per il repentino incremento dei costi dei carburanti, che aprirebbe il fianco a speculazioni estremamente penalizzanti per la nostra economia. Per uscire da questa emergenza sanitaria meglio di come ci siamo entrati lo smart working andrà compreso, mantenuto, potenziato e reso più efficace. Soprattutto nelle grandi città in assenza di misure, si prospetta un massiccio ricorso al mezzo privato che offre una percezione di sicurezza dal contagio”.

 

“Opportunamente governato a livello territoriale, il ricorso allo smart working consentirebbe infatti di moderare e modulare la domanda di spostamenti casa-lavoro in modo coordinato con la programmazione del trasporto pubblico locale, operazione particolarmente utile nella fase 2 dell'emergenza Covid-19, in cui dovremo trovare gli adattamenti per convivere con il coronavirus” spiega la ricercatrice dell'Enea. Un focus dell'indagine sulla dimensione personale ha rivelato che il tempo liberato dagli spostamenti quotidiani non è solo un guadagno in termini di ‘quantità’ ma anche la riscoperta della qualità che assume il tempo di cui ci si riappropria; nella pratica, spiegano gli studiosi dell'Enea, “questo si traduce nella capacità di gestire meglio e con maggiore soddisfazione attività lavorativa e vita privata”.