Lavoro, Istat: retribuzioni in 1° trim. anno +0,6% su anno, ma decelerazione in prossimi mesi

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Il rischio del calo degli aumenti in buste paga è dovuto, dice l'Istituto di Statistica, al rallentamento dei tempi di rinnovo per incertezza da emergenza Covid-19

La retribuzione oraria media, rispetto al primo trimestre del 2019, è cresciuta dello 0,6%. L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,1% rispetto a febbraio 2020 e dello 0,7% nei confronti di marzo 2019. In particolare, l'aumento tendenziale è stato dello 0,8% per i dipendenti dell'industria e dello 0,7% sia per quelli dei servizi privati sia per quelli della pubblica amministrazione. E' quanto emerge dalle rilevazioni diffuse dall'Istat.

Buste paga più pesanti per addetti credito ed energia

I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli degli addetti delle imprese del credito e delle assicurazioni (+2,4%), dell'energia e petroli e dell'estrazione minerali (entrambi +1,7%). L'incremento è invece nullo per i settori del legno, carta e stampa, del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e degli altri servizi privati.  Nei primi tre mesi del 2020 la crescita delle retribuzioni contrattuali si conferma molto moderata, commenta l'Istat. A marzo, in particolare, la dinamica retributiva tendenziale del settore privato e di quello pubblico è sostanzialmente omogenea e inferiore al punto percentuale. Tale dinamica, evidenzia l'istituto, potrebbe subire un'ulteriore decelerazione nei prossimi mesi, qualora l'incertezza indotta dalla emergenza sanitaria dovesse rallentare ancora i tempi di rinnovo dei numerosi contratti scaduti. Alla fine di marzo, infatti, circa otto dipendenti su dieci hanno il contratto scaduto: tutti i pubblici dipendenti e circa i tre quarti dei dipendenti del settore privato.

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