Coronavirus: Bankitalia, affrontare crisi utilizzando dati delle big tech

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Secondo un paper diffuso dalla Banca d’Italia “Due soli sistemi operativi, prodotti da Google e Apple, raccolgono dati da miliardi di dispositivi elettronici. Facebook ha almeno 2,4 miliardi di utenti attivi almeno una volta al mese”

“Due soli sistemi operativi, prodotti da Google e Apple, raccolgono dati da miliardi di dispositivi elettronici. Facebook ha almeno 2,4 miliardi di utenti attivi almeno una volta al mese. A fronte delle misure di lockdown, Amazon sta fortemente espandendo i suoi servizi di consegna a domicilio in tutto il mondo. L'impressionante mole di informazioni a disposizione di queste imprese può essere utilizzata per affrontare la crisi”. E' quanto si legge in un paper diffuso da Bankitalia dal titolo ‘Salviamo i dati economici dal Covid-19’ a firma di Claudia Biancotti, Alfonso Rosolia, Fabrizio Venditti e Giovanni Veronese.

I contenuti del paper

Come ricordano i componenti del gruppo di monitoraggio dell'emergenza Covid-19 di Bankitalia “già negli scorsi anni sono emerse numerose proposte per mettere i dati di Big Tech a servizio del bene pubblico”. Ora, aggiungono, “ora è il momento di accelerare l'adozione di quelle migliori”. “Il 19 febbraio 2020 la Commissione europea ha pubblicato la European Data Strategy, al termine di un lungo processo. La strategia - spiegano - illustra possibili modelli di cooperazione tra produttori pubblici e privati di dati, per liberare il potenziale di riutilizzo dell'informazione”.

Con particolare tempismo, suggerisce che 'l'uso di dati aggregati e anonimizzati dalle piattaforme social può costituire ad esempio un utile complemento alle informazioni provenienti dalla rete sanitaria in caso di epidemia'". "Un altro risultato importante è l'accordo siglato nello scorso marzo tra Eurostat e Airbnb, Booking, Expedia e Tripadvisor per l'accesso a dati unici e affidabili sul turismo. Al tempo del Covid-19, queste iniziative di collaborazione dovrebbero essere non solo rafforzate, ma anche estese alle altre piattaforme tecnologiche più diffuse", suggerisce ancora il gruppo di lavoro della Banca d'Italia.

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