Csc, limitare caduta e preparare ripresa, cruciale Bce

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Nel 1° trimestre la produzione industriale è in calo del 5,4% e contribuisce per 1,5 punti alla caduta del pil (-3,5%, stime Csc di fine marzo)

L'Italia nel 2020 deve “limitare la caduta e preparare la ripresa”: oggi siamo in una economia da pandemia con il crollo della produzione e del pil, un forte impatto su consumi e investimenti e l'export in caduta. “E’ stata cruciale la Bce nel tenere lo spread sotto i massimi e preservare il basso costo del credito, in una Eurozona in forte recessione”. Ma se i mercati sono in ‘parziale recupero’ e si prendono ‘decisioni coraggiose’ sul petrolio, l'economia mondiale arretra: “gli scambi sono in crisi, l'epidemia è anche negli Usa mentre la Cina è in fase di stabilizzazione”. E’ la congiuntura flash del Centro Studi di Confindustria
ad aggiornare il quadro economico del paese con il prolungamento del lockdown oltre il 13 aprile che vede il ‘ruolo cruciale’ della Bce che è riuscita a tenere lo spread sotto i massimi. Con la chiusura, parziale, dell'attività economica prolungata al 3 maggio, con poche eccezioni, i dati sui primi due mesi del 2020 non aiutano a capire la situazione attuale.

A marzo il Purchasing Managers Index ha registrato infatti, spiegano gli economisti di viale dell'Astronomia, un tonfo nell'industria (40,3), che era già in difficoltà, e un tracollo nei servizi (17,4), che erano in debole espansione.
E assieme alla produzione crolla anche il pil. Nel 1° trimestre la produzione industriale è in calo del 5,4% e contribuisce per 1,5 punti alla caduta del pil (-3,5%, stime Csc di fine marzo). Uno shock di domanda, per l'obbligo di restare a casa, si è sommato al blocco del 60% delle imprese manifatturiere. Lo scenario Csc (-6,5% nel 2° trimestre) ipotizzava una graduale riapertura dell'attività. Ma per per ora, si registrano problemi di fornitura che frenano anche le imprese aperte, e si accumulano scorte perché la domanda cala più dell'atteso. Conseguentemente si registra un forte impatto su consumi e investimenti e la caduta dell’export come mostrano i dati delle vendite italiane in Cina (-16,8% tendenziale nel primo bimestre del 2020).

Un impatto destinato per il Csc a diffondersi ai principali mercati di sbocco, aggravato dai blocchi produttivi e logistici in diversi paesi. A marzo, secondo il PMI, gli ordini manifatturieri esteri sono caduti al ritmo più rapido dal 2009 (indice a 36,0).

Ma l'Eurozona non brilla, anzi: le misure anti-Covid19 sono state adottate da vari paesi tra fine marzo e inizio aprile il che ha inibito la spesa ''non essenziale'' delle famiglie unitamente allo stop imposto a molte attività produttive. "Perciò la recessione si acuirà nel 2° trimestre, portando nel 2020 a un forte calo del Pil", spiega il Csc ricordando gli sforzi per salvaguardare l'occupazione, con risorse nazionali e in futuro europee (Sure) per espandere l'integrazione al reddito a fronte di riduzioni temporanee del lavoro. E anche gli scambi mondiali sono in crisi. Sul commercio l'impatto del coronavirus "è pesante": gli ordini esteri del Pmi manifatturiero globale sono in rapida caduta a marzo (43,3). Secondo le stime del Fmi fortemente ribassate di recente, il commercio subirà un calo dell'11% nel 2020 e il PIL mondiale del 3%, dice ancora il Centro Studi di Confindustria.

E l'epidemia che si è abbattuta sugli Usa "avrà un forte impatto sul Pil in almeno 2 trimestri, prefigurando una recessione" mentre sul mercato del lavoro si contano i danni: -700mila gli occupati a marzo; balzo della disoccupazione al 4,4%; richieste di sussidi di disoccupazione cresciute di 17 milioni. Le risorse schierate dalla politica economica sono ingenti: il Cares Act, un pacchetto da 2,3 trilioni di dollari (11% del PIL), è il più ampio della storia. E se la Cina sembra avviata alla stabilizzazione,dopo il crollo dell'attività a febbraio, sulle prospettive cinesi pesa la flessione della domanda estera oltre l'incertezza sul definitivo controllo dell'epidemia nel paese.

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