Pasqua: Confartigianato, da serrata pasticcerie danni per 652 mln

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Da chiusura aprile perdite per 652 milioni di euro, tra mancato fatturato e perdite legate al deperimento delle materie prime acquistate prima della sospensione forzata

Pasqua senza specialità artigiane e pasticcerie chiuse, si stimano danni per 652 milioni ad aprile per questo settore. E' la denuncia della Confartigianato. Pasqua senza uova di cioccolato, colombe e specialità artigiane. Le disposizioni in materia di contenimento dell'emergenza Covid-19 impongono infatti la chiusura alle imprese artigiane di pasticceria e vietano loro la vendita dei prodotti anche attraverso la modalità di asporto che è consentita invece ad altre attività.

Confartigianato ha calcolato che alle 24 mila imprese di pasticceria e gelateria, il 70% delle quali artigiane, con 74 mila addetti, la chiusura ad aprile provoca perdite per 652 milioni di euro, tra mancato fatturato e perdite legate al deperimento delle materie prime acquistate precedentemente alla sospensione forzata. A livello regionale il più alto danno economico per il mese di aprile si registra in Lombardia, dove ammonta a 106 milioni di euro, seguono il Veneto con 69 milioni di euro, il Lazio con 63 milioni di euro, l'Emilia-Romagna con 59 milioni di euro, la Toscana con 54 milioni di euro e la Sicilia con 52 milioni di euro. Secondo Confartigianato, lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenta una assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari.

La Confederazione si è rivolta al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, sollecitando un intervento tempestivo che faccia chiarezza nelle interpretazioni governative, stabilisca omogeneità di applicazione delle norme in tutto il territorio ed eviti incomprensibili disparità di trattamento tra attività con Codici Ateco diversi ma produzioni simili.
“Siamo i primi - afferma Massimo Rivoltini, presidente di Confartigianato Alimentazione - a rispettare le regole per difendere la salute dei cittadini. Ma non accettiamo un'interpretazione della norma che si traduce in una palese ed assurda penalizzazione delle nostre produzioni a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria. Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai consumatori”.

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