Secondo l’Istituto di statistica “è intervenuta in un momento in cui in Italia la fase di ripresa ciclica perdeva vigore, anche a causa del susseguirsi di una serie di eventi geopolitici (Brexit, dazi statunitensi) e congiunturali (rallentamento della domanda tedesca)
L'epidemia Covid-19, che in questi mesi ha rapidamente assunto dimensioni mondiali e "della quale è ancora impossibile prevedere sviluppi ed effetti, è intervenuta in un momento in cui in Italia la fase di ripresa ciclica perdeva vigore, anche a causa del susseguirsi di una serie di eventi geopolitici (Brexit, dazi statunitensi) e congiunturali (rallentamento della domanda tedesca) che, a partire dalla seconda metà del 2018, hanno generato crescente incertezza nello scenario internazionale". A evidenziarlo è l'Istat nel Rapporto sulla competitività dei settori produttivi.
L’andamento
Sulla competitività del nostro Paese ha influito, nella prima parte del 2019, "un andamento del costo del lavoro più vivace rispetto ai tre partner europei (in particolare per la componente degli oneri sociali)", sottolinea l'Istat. "D'altro canto, la dinamica delle esportazioni in valore, seppure in forte rallentamento, è stata più brillante di quella di Germania e Spagna, e i beni italiani hanno aumentato le proprie quote di mercato in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera e Stati Uniti mentre le hanno fortemente ridotte in Germania e in Spagna" sottolinea ancora l'Istituto.
Nel 2019, le imprese italiane hanno reagito al rallentamento globale concentrandosi sui mercati dove sono più presenti, difendendo o allargando le proprie quote; quelle tedesche si sono invece orientate alla ricerca di nuovi prodotti e mercati" osserva l'Istat.