Secondo l'organizzazione di categoria l'effetto coronavirus sull'economia italiana peserà sul pil dell'1,9% a marzo e con un calo dei consumi pari a 18 miliardi
L'effetto coronavirus sull'economia italiana peserà sul pil dell'1,9% a marzo e con un calo dei consumi pari a 18 miliardi. Lo stima il Centro studi di Confcommercio. Turismo, trasporti, abbigliamento e tempo libero i settori più colpiti. Riduzione complessiva dell'Icc dell'1,1% congiunturale a febbraio, pari a una riduzione dell'1,7% rispetto allo stesso mese del 2019, e calo del pil mensile di mezzo punto percentuale in termini tendenziali a febbraio. Considerando la previsione per il mese di marzo che indica una riduzione tendenziale pari a 2,4 punti percentuali, il primo trimestre subirebbe una riduzione di PIL rispetto allo stesso periodo del 2019 pari a un punto percentuale. Immaginando un approfondimento della crisi nei mesi di marzo e aprile, un alleggerimento delle condizioni restrittive sulla produzione e sulle attività commerciali nonché sulla mobilità di merci e persone già nel mese di maggio e una normalizzazione all'inizio di giugno, nell'anno 2020 si rischia una perdita dei consumi complessivi delle famiglie pari ad oltre 18 miliardi di euro (quasi il -2,6%), con un PIL a -1,0% rispetto al 2019.
Queste valutazioni considerano solo in parte gli effetti favorevoli dei provvedimenti in discussione in queste ore. La maggior parte delle perdite colpirebbe la filiera del turismo in senso lato (oltre 13 mld di euro),con uno spostamento di parte dei consumi fuori casa verso l'alimentazione domestica e con gravi difficoltà per trasporti (-6 mld) - compresi gli acquisti di autoveicoli - e vestiario e calzature (-3,4 mld), settore che soffrirebbe della riduzione del reddito disponibile reale.
Queste valutazioni considerano solo in parte gli effetti favorevoli dei provvedimenti in discussione in queste ore. La maggior parte delle perdite colpirebbe la filiera del turismo in senso lato (oltre 13 mld di euro),con uno spostamento di parte dei consumi fuori casa verso l'alimentazione domestica e con gravi difficoltà per trasporti (-6 mld) - compresi gli acquisti di autoveicoli - e vestiario e calzature (-3,4 mld), settore che soffrirebbe della riduzione del reddito disponibile reale.