Mantegazza, risposte concrete e positive agli oltre 400 mila lavoratori
Si riaprono le trattative per il rinnovo del ccnl industria alimentare. La proposta è arrivata proprio da Federalimentare, nel corso di una videoconferenza con i sindacati Fai, Flai e Uila convocata per discutere delle azioni necessarie da intraprendere per non far mancare ai consumatori i prodotti necessari, in seguito alla diffusione repentina del coronavirus.
In questo contesto Federalimentare ha proposto ai sindacati la ripresa del confronto negoziale fissando per l’8 aprile il primo incontro. A segnalarlo è la Uila. Fai, Flai e Uila hanno aderito positivamente sospendendo subito il blocco degli straordinari e delle flessibilità in corso nelle aziende alimentari in queste settimane.
“L’auspicio è che ora questa trattativa, che si era interrotta all’ultima curva prima del traguardo, possa rapidamente arrivare fino in fondo” dichiara Stefano Mantegazza, segretario generale Uila.
“Sono convinto che le organizzazioni che compongono Federalimentare - prosegue - troveranno le mediazioni giuste per dare risposte concrete e positive agli oltre 400 mila lavoratori e lavoratrici che, rispondendo alle nostre indicazioni si sono impegnati in queste settimane a portare avanti azioni di protesta come il blocco degli straordinari e della flessibilità. C’è molta attesa da parte dei lavoratori per il rinnovo del ccnl, scaduto ormai il 30 novembre 2019. E’ un‘attesa che non può essere tradita e che, sono certo, troverà risposta al momento in cui le parti torneranno a sedersi al tavolo della trattativa”.
“Le trattative - spiega - si sono interrotte il 20 febbraio scorso, a causa delle chiusure mostrate da Federalimentare che, dopo sei mesi e 20 incontri non ha dato risposte soddisfacenti alle richieste sindacali su salario e welfare, ma non ha neppure voluto affrontare adeguatamente temi quali formazione, classificazione, comunità di sito, giovani e ricambio generazionale che, in un contratto di valenza quadriennale, dovrebbero avere grande importanza anche per il futuro delle imprese”.
La richiesta salariale dei sindacati è di 205 euro di aumento mensile e fa leva sulle ottime performance che il settore alimentare continua a registrare non solo su fatturato ed export, ma anche sulla produzione ed è dunque finalizzata ad incrementare le retribuzioni reali dei lavoratori e delle lavoratrici, anche redistribuendo parte della ricchezza che è stata prodotta nel settore.