Istat, in 2019 più occupati, rallentamento in 2° metà anno

Lavoro
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Secondo l'Istituto di statistica il 2019 è caratterizzato da un nuovo aumento dell’occupazione e da un calo della disoccupazione che si associa alla diminuzione del numero di inattivi. Tuttavia, il quadro occupazionale ha mostrato un progressivo indebolimento nella seconda metà dell’anno

Nel complesso, il 2019 è caratterizzato da un nuovo aumento dell’occupazione e da un calo della disoccupazione che si associa alla diminuzione del numero di inattivi. Tuttavia, il quadro occupazionale ha mostrato un progressivo indebolimento nella seconda metà dell’anno. Lo riferisce l'Istat nella lettura integrata del mercato del lavoro nel quarto trimestre dell'anno.

Le ore lavorate

Nel quarto trimestre 2019, l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, registra una diminuzione rispetto al trimestre precedente (-0,3%) e un lieve aumento in termini tendenziali (+0,3%). Tali dinamiche risultano coerenti con la fase di rallentamento dell’attività economica che, nell’ultimo trimestre, è confermata dalla variazione congiunturale negativa registrata dal Pil (-0,3%). Dal lato dell’offerta di lavoro, nel quarto trimestre del 2019 il numero di persone occupate rimane sostanzialmente invariato in termini congiunturali, a sintesi dell’aumento dei dipendenti e del calo degli indipendenti.

L'andamento dell'occupazione

Il tasso di occupazione è pari al 59,2%, con una variazione nulla rispetto al terzo trimestre. Inoltre, nei dati mensili più recenti (gennaio 2020) e al netto della stagionalità, il tasso di occupazione e il numero di occupati mostrano un calo rispetto al mese precedente. Tra i giovani di 15-34 anni continua a crescere l’occupazione e il relativo tasso, sia in termini tendenziali sia congiunturali. Nel confronto annuo, per l’undicesimo trimestre consecutivo, e con maggiore intensità, si riduce il numero di persone in cerca di prima o nuova occupazione (-237 mila in un anno, -8,4%). Benché a ritmi dimezzati in confronto allo scorso trimestre, continua a diminuire anche il numero di inattivi di 15-64 anni (-82 mila in un anno, -0,6%).

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