In Italia i figli sono un elemento di criticità per l’occupazione femminile.
La conciliazione dei tempi di vita è ancora una forte criticità per le donne italiane. La presenza di figli infatti rappresenta ancora una forte criticità in termini di tassi di occupazione femminile: l’11,1% di quelle che hanno avuto almeno un figlio nella vita non ha mai lavorato per prendersi cura della prole, il 17% nel caso ne abbia avuti 2 e il 19% nel caso ne abbia avuti 3 o più. Un valore decisamente superiore alla media europea che si attesta al 3,7%. Nel Mezzogiorno si arriva a 1 donna su 5, circa il 20%. A fare il punto è l'Istat nel corso dell'audizione alla Camera di Linda Laura Sabbadini, direttore della direzione centrale dell'area statistiche sociali.
"La partecipazione delle donne al mondo del lavoro è molto legata ai carichi familiari, il tasso di occupazione delle madri è più basso di quello delle donne senza figli. Nel 2018 aumenta lo svantaggio delle donne (da 25 a 49 anni) con figli in età prescolare rispetto alle donne senza figli. Il rapporto tra i tassi di occupazione dei due gruppi è pari a 73,8 e si è ridotto rispetto al 2017 di 1,7 punti percentuali. Questo vuol dire che il tasso di occupazione delle madri è più basso del 26% di quelle delle donne senza figli", spiega ancora l'Istat che registra comunque un miglioramento di 4 punti percentuali rispetto al 2015, anno in cui si è registrato il più alto valore del decennio.
Le giovani donne con figli piccoli sono le più penalizzate (-2,1 punti percentuali rispetto al 2017). Il livello di istruzione poi ha "un forte impatto nella mancata partecipazione delle donne con responsabilità familiari", con il gap rispetto alle donne senza figli, che si riduce al crescere del titolo di studio; il rapporto tra i due tassi sale dal 53,8% per le donne con al massimo la licenza media, al 72,6% per le diplomate, fino ad arrivare al 90,2% per le laureate.