Confindustria: nel 2020 difficile crescita maggiore rispetto a 2019

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Secondo il Csc “tenendo conto che l'Italia ha ereditato una variazione acquisita di Pil nel 2020 di -0,2%, nel caso si verifichi lo scenario peggiore difficilmente potremo avere quest'anno una dinamica del Pil superiore a quella già debole del 2019”

"Tenendo conto che l'Italia ha ereditato una variazione acquisita di Pil nel 2020 di -0,2% (se saranno confermate le stime preliminari Istat), nel caso si verifichi lo scenario peggiore difficilmente potremo avere quest'anno una dinamica del Pil superiore a quella già debole del 2019 (+0,2%)”. E’ quanto stima il direttore del Centro Studi Confindustria Stefano Manzocchi.  

“E’ necessario infatti -aggiunge- che ci sia una crescita media trimestrale dello 0,2% nel corso del 2020, che è piuttosto ‘forte’ se si confronta con la media trimestrale nel 2018 e nel 2019 che è stata pari a 0”. 

Il calo della produzione industriale

E secondo Manzocchi “La variazione della produzione industriale nel quarto trimestre è di -1,4%: un calo così forte non si vedeva da sette anni. La caduta dell'attività dell'industria spiega circa i tre quarti dell’arretramento del Pil a fine 2019 ( -0,3%) -spiega- il restante quarto è determinato dal contributo negativo delle costruzioni (è nullo quello dei servizi)”.

E sul calo della produzione industriale Manzocchi prosegue: “"Noi avevamo stimato -1,1% ma con rischi al ribasso per via del "ponte" del 27 dicembre (venerdì). Eravamo i più pessimisti tra i previsori (Banca d'Italia aveva -0,8%, Intesa Sanpaolo -0,6%, Prometeia 0,0%): la media del consenso era -0,4%. Anche l'Istat nel comunicato parla delle ricadute negative del possibile ponte, come da noi già riportato nella nota sull’indagine rapida di fine gennaio”.

 

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