Preoccupazione dei sindacati dopo la decisione del Tribunale di Milano di rinviare al 6 marzo l'udienza per il ricorso dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria contro ArcelorMittal
"E' urgente che il ministero dello Sviluppo Economico convochi il tavolo con le organizzazioni sindacali per conoscere l'effettivo stato della trattativa, gli assetti proprietari e le prospettive tecnologiche e industriali. Non intendiamo delegare al nostro ruolo ed alla nostra funzione di rappresentanza, né siamo disponibili a gestire gli effetti di possibili accordi che mettano in discussione gli impegni e i vincoli occupazionali già definiti nell'accordo del 2018. Se il tavolo non sarà convocato nelle prossime ore, sarà necessario ricorrere alla mobilitazione generale del gruppo". Ad affermarlo in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile della siderurgia, a proposito della decisione del Tribunale di Milano di rinviare al 6 marzo l'udienza per il ricorso dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria contro ArcelorMittal. Una decisione che, dicono gli esponenti della Fiom “ apre un'ulteriore fase di incertezza e di preoccupazione sulle prospettive del gruppo in Italia”, rafforzata dall'indiscrezione giornalistica secondo cui sarebbe stata fissata anche la data per un possibile disimpegno di ArcelorMittal tra il 1 e il 30 di novembre 2020 con una penale di mezzo miliardo di euro. “Non si conoscono i dettagli dell'ipotesi di accordo che ha portato al rinvio, ma è davvero complicato pensare ad una trattativa ì seria, se si parte dal fissare le condizioni con cui il principale contraente potrebbe svincolarsi.
Palombella (Uilm), ‘dopo mesi trattative ancora nessun dettaglio’
"Dopo mesi di trattative e mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, ancora non si conoscono nel dettaglio gli elementi dell'intesa tra ArcelorMittal, Governo e Commissari Straordinari. Il rischio è che questo ennesimo rinvio possa appesantire ancora di più la situazione all'interno degli stabilimenti, già in forte difficoltà da tempo, a causa della grande incertezza sul futuro, dei frequenti incidenti e del blocco degli investimenti ambientali e manutentivi". Così Rocco Palombella, il segretario generale della Uilm, dopo aver appreso della decisione del Tribunale di Milano. “Si continua a parlare di cinquemila, tremila o duemila esuberi - sottolinea il leader Uilm - come se fosse una condizione normale. Mi auguro che non ci sia già un accordo chiuso tra il Governo e la multinazionale sugli esuberi che non possa essere messo in discussione dalle organizzazioni sindacali. Non accetteremo mai accordi preconfezionati". Al Governo, conclude Palombella "chiediamo urgentemente un incontro in cui ci facciano conoscere i dettagli dell'intesa con la multinazionale e aprire una discussione aperta, non predeterminata e senza pregiudizi, sul futuro di migliaia di lavoratori, famiglie, comunità e dell'acciaieria più grande d'Europa".