Al via ‘Manifesto’ imprese per modernizzare il Paese

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A firmarlo Alleanza Cooperative, Confindustria, Confagricoltura, Cia e Copagri che girano al governo, in vista della nuova legge di stabilità, una ‘piattaforma’ unitaria per guidare la ‘trasformazione radicale’ del Paese per riprendere a crescere

Un ‘manifesto’ che mette insieme aspirazioni e proposte di tutti i settori economici del Paese per “cambiare l'Italia, modernizzarla e renderla un Paese dinamico”. A firmarlo i cinque big dell’imprenditoria italiana, Alleanza Cooperative, Confindustria, Confagricoltura, Cia e Copagri che, chiusa la nuova partita elettorale, girano ad un governo che appare più stabile e in vista dei nuovi giochi che a breve si apriranno per mettere a punto la nuova legge di stabilità, una sorta di ‘piattaforma’ unitaria con cui candidarsi a guidare quella “trasformazione radicale” del Paese necessaria per riprendere a crescere.

La via della ‘buona impresa’

“Per cambiare c’è bisogno di imprese consapevoli e che intendono impegnarsi nelle sfide che si impongono", in una parola scrivono, c'è bisogno di una “buona impresa”. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte", assicurando guardando alla necessità di “una crescita consapevole, sostenibile, innovativa, digitale, equa, anti-diseguaglianze e generativa di comunità solide e solidali”. Cinque gli obiettivi che potrebbero assicurare un nuovo futuro al Paese. E il primo è proprio quello relativo ad una crescita sostenibile per la quale, si legge nel manifesto, “è necessario raggiungere un livello di crescita pari al 2% annuo alla fine del prossimo triennio”.

Il secondo prevede invece l'ampliamento dell'accesso al mercato del lavoro, più equità sociale e più consumi. Un traguardo da raggiungere grazie al taglio del carico fiscale su imprese e lavoro; il lancio di un grande piano di inclusione dei giovani nel mercato del lavoro; e un investimento "strutturale e continuativo" su scuola e Università, formazione permanente, politiche attive e riqualificazione dei lavoratori. 

Gli investimenti 

E ancora, varo di un grande piano di investimenti in infrastrutture, materiali e immateriali, in ricerca e innovazione anche per favorire la transizione ecologica avviando un “piano ambizioso” di manutenzione attiva del territorio ed investendo nell'infrastrutturazione sociale e soprattutto nel Mezzogiorno, come recita il terzo obiettivo. Non solo economica però: è il quarto capitolo intitolato la buona impresa e le buone istituzioni a focalizzare l'attenzione sulla “legalità” senza la quale l'Italia non diventa attrattiva e sulla necessaria stabilità delle norme e certezza del diritto per una giustizia rapida ed efficace con cui recuperare quella fiducia necessaria tra imprese e istituzioni. 

E infine, quinto obiettivo, la trasformazione dei corpi intermedi: è opportuna dicono ad una sola voce una “legge sulla rappresentanza” per riconoscerne il ruolo e chiarirne la legittimazione e il completamento della riforma del terzo settore.

 

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