Il 2021 rimarrebbe una data solo ipotetica per l'uscita dal carbone, come del resto il 2025, se non si metteranno subito in campo le procedure necessarie.
Soddisfazione dei sindacati dopo l'incontro al Mise con la sottosegretaria Alessandra Todde e tutte le parti coinvolte nella riconversione energetica della centrale Enel a carbone di La Spezia. "L'incontro è andato bene", ha detto il vicesegretario generale della Cgil, Vincenzo Colla, incontrando i lavoratori delle varie sigle sindacali venuti a Roma in presidio sotto al Mise. "Bisogna uscire dal clima di perenne campagna elettorale e dire la verità ai lavoratori ed ai cittadini di quei territori", ha proseguito Colla sottolineando come da quel 'tavolo' di trattativa "è emersa con nettezza la volontà governativa di risolvere la partita a livello di politica nazionale".
Un'assunzione del problema che ha confermato alle delegazioni presenti di Cgil, Cisl, Uil, delle categorie nazionali e locali di Filctem, Uiltec e Flaei, e delle altre associazioni presenti, il piano energetico nazionale precedentemente illustrato e necessario per la produzione energetica e la competitività del Paese. Terna, presente al tavolo, spiega ancora la nota Cgil, ha ribadito che "la dismissione della centrale a carbone è subordinata alla garanzia della sicurezza energetica per il Paese che, in questa fase tecnologica, non può prescindere dall'utilizzo del gas".
Quindi, per i sindacati, conclude la Cgil, "il 2021 rimarrebbe una data solo ipotetica per l'uscita dal carbone, come del resto il 2025, se non si metteranno subito in campo le procedure necessarie". I sindacati perciò hanno unitariamente ribadito "la necessità di una riconversione dell'area che acceleri l'uscita del carbone e che sia opportunità di investimenti e sviluppo sostenibile per il territorio, con le necessarie ricadute occupazionali, per coniugare sviluppo del territorio e tutela dell'ambiente e della salute". Cgil, Cisl Uil, Filctem, Uiltec e Flaei auspicano infine che ai futuri tavoli sia presente anche Confindustria.