Istat, a dicembre calo congiunturale per import ed export

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I beni di consumo durevoli (+2,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni strumentali (+1,1%) registrano invece un aumento.

A dicembre 2019, per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, si stima una diminuzione congiunturale, più ampia per le importazioni (-1,8%) rispetto alle esportazioni (-0,9%). Lo rileva l'Istat evidenziando che la flessione congiunturale dell’export riguarda l’energia (-12,8%) e i beni di consumo non durevoli (-4,4%). Nell’ultimo trimestre mobile (ottobre-dicembre 2019), la dinamica congiunturale delle esportazioni verso i paesi extra Ue risulta positiva (+1,8%) ed è trainata dal marcato aumento dei beni strumentali (+7,2%) mentre i restanti raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione. Lo rileva l'Istat segnalando che nello stesso periodo, per le importazioni, si rileva un ampio calo congiunturale (-4,4%), imputabile principalmente a energia (-8,2%), beni strumentali (-4,2%) e beni intermedi (-4,0%). Gli acquisti di beni di consumo durevoli sono invece in aumento (+4,1%). 

L'Istat rileva che i beni di consumo durevoli (+2,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni strumentali (+1,1%) registrano invece un aumento. Dal lato dell’import, si rilevano cali congiunturali per i beni strumentali (-4,9%), i beni di consumo non durevoli (-3,5%) e i beni intermedi (-1,3%), mentre sono in aumento gli acquisti di beni di consumo durevoli (+1,1%) ed energia (+0,9%). A dicembre 2019, le esportazioni sono in marcato aumento su base annua (+5,2%). L’aumento è rilevante per i beni di consumo non durevoli (+10,5%) e beni intermedi (+7,1%). Lo rileva l'Istat sottolineando che diversamente, le importazioni registrano un’ampia flessione tendenziale (-5,9%) cui contribuiscono quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie e, in particolare, l’energia (-13,9%). Il surplus commerciale a dicembre 2019 è stimato pari a +5.770 milioni, in aumento rispetto a +4.105 milioni di dicembre 2018. Lo rileva l'Istat aggiungendo che aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +69.169 milioni per il 2018 a +75.575 milioni per il 2019). 

A dicembre 2019 l’export verso Giappone (+22,2%), Cina (+21,3%), Svizzera (+19,3%) e Turchia (+18,2%) è in forte aumento su base annua. In diminuzione, le vendite di beni verso Stati Uniti (-7,7%), India (-4,5%) e paesi Opec (-3,7%). L'Istituto di Statistica rileva ancora che gli acquisti da Russia (-26,5%), paesi Mercosur (-23,6%), paesi Opec (-20,6%), Stati Uniti (-10,5%) e Cina (-7,6%) registrano flessioni tendenziali molto più ampie della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Turchia (+16,1%) e paesi Asean (+5,0%).

Il commento dell’Istat

"Nonostante le flessioni congiunturali - commenta l'Istat - registrate a dicembre e a novembre 2019, la dinamica delle esportazioni verso i paesi extra Ue si mantiene positiva nel confronto con l'ultimo trimestre dell’anno rispetto al precedente. Nel complesso -continua l'Istat- il 2019 si chiude con un’ampia crescita dell’export (+3,8%), più che raddoppiata rispetto a quella registrata nel 2018 (+1,7%)". 

Questo risultato, "riflette dinamiche nettamente differenziate nell’ambito dei principali mercati di sbocco: gli Stati Uniti e la Svizzera, i cui tassi di crescita si ampliano rispetto al 2018, registrano insieme al Giappone incrementi superiori alla media; paesi Opec e Turchia mostrano le contrazioni più ampie; in flessione anche paesi Mercosur, Medio Oriente e Cina".

 

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