Abbassata anche previsione di crescita per la nostra economia allo 0,9% nel 2021 e dell'1,1% nel 2022
Bankitalia taglia a +0,5% le stime di crescita del Pil italiano per l'anno in corso (contro il +0,8% previsto a luglio scorso) mentre per il 2021 rivede il dato a +0,9% (era del +1,0%) e fissa a +1,1 la previsione per il 2022. E' il nuovo quadro che emerge dal Bollettino economico di gennaio diffuso da via Nazionale che presenta le proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana nel triennio 2020-22, aggiornando anche quelle predisposte a dicembre scorso. Si tratta, spiegano da Palazzo Koch, di stime elaborate presupponendo uno scenario di "crescita del commercio mondiale modesta, seppure in graduale ripresa; condizioni monetarie accomodanti, coerenti con l’orientamento confermato dal Consiglio direttivo della Bce; andamenti ordinati sui mercati finanziari italiani, che si traducono in un costo contenuto del credito per le imprese."
A sostenere il Pil italiano - aggiunge Bankitalia - sarebbe sia "la graduale ripresa degli scambi internazionali, sia la moderata espansione della domanda interna". Mentre "gli investimenti, pur risentendo di una persistente incertezza, trarrebbero impulso dal progressivo recupero delle prospettive di domanda globale e da condizioni di finanziamento espansive; la discesa degli spread sovrani osservata dall’inizio dello scorso giugno contribuirebbe a innalzare l’accumulazione di capitale di circa 3,5 punti percentuali nel complesso del triennio 2020-22''.
Per inflazione stimato un aumento graduale
Il Bollettino stima per l’inflazione un aumento "graduale, dallo 0,7 per cento nell’anno in corso all’1,3 nel 2022, per effetto soprattutto di una ripresa delle retribuzioni e dei margini di profitto che beneficerebbero della migliore fase ciclica". "Gli effetti della più accentuata debolezza dell’economia globale - si sottolinea - sono in larga parte compensati da quelli del maggiore stimolo monetario e dei minori premi al rischio sul debito sovrano italiano''.
''La crescita è ancora esposta a rischi rilevanti, connessi con l’incertezza geopolitica in aumento, con i conflitti commerciali solo in parte rientrati e con il debole andamento dell’attività economica nei nostri maggiori partner europei; potrebbe inoltre risultare inferiore a quanto prefigurato qualora fosse ritardata la realizzazione dei cospicui investimenti pubblici programmati, inclusi nel quadro previsivo, o se si riaccendessero tensioni sui mercati finanziari'', dice Bankitalia.
Stazionaria l’attività economica in Italia
''Le ultime informazioni disponibili suggeriscono che in Italia l’attività economica, lievemente cresciuta nel terzo trimestre dello scorso anno, sarebbe rimasta pressoché stazionaria nel quarto, continuando a risentire soprattutto della debolezza del settore manifatturiero'', sottolinea. ''Nelle indagini dell’Istat e della Banca d’Italia le imprese esprimono valutazioni appena più favorevoli sugli ordini e sulla domanda estera, ma continuano a considerare l’incertezza e le tensioni commerciali come fattori che ostacolano la propria attività. Per il 2020 le aziende programmano un’espansione degli investimenti, anche se più contenuta dell’anno precedente'', aggiunge.