Centro studi Confindustria, economia italiana appena sopra lo zero

Lavoro
Foto GettyImages

Il Csc nella congiuntura Flash sottolinea che si conferma anche nel quarto trimestre 2019 il persistere di una sostanziale stagnazione  del nostro Paese. L'export cresce a fatica, con i mercati extra-UE cruciali, ma aumentano i rischi per un possibile shock petrolifero

“L’economia italiana è appena sopra lo zero, con più occupazione, consumi in debole aumento e tassi sovrani stabili. Per la crescita mancano gli investimenti, che non ripartono, e il credito, che è in calo”. Lo scrive il Centro Studi di Confindustria in congiuntura Flash sottolineando che “si conferma anche nel quarto trimestre 2019 il persistere di una sostanziale stagnazione”. 

Export in difficoltà

“L'export cresce a fatica, con i mercati extra-UE cruciali, ma aumentano i rischi”, continua la nota. “L'instabilità in Iran e Libia potrebbe causare uno shock petrolifero. Scambi mondiali deboli, così come l'Eurozona, ma la crescita Usa è solida, migliora la Cina e reggono i mercati finanziari”, prosegue la nota.

 “Si conferma -spiegano ancora dal Centro studi- anche nel 4° trimestre 2019 il persistere di una sostanziale stagnazione. L'industria è ancora in difficoltà: a dicembre gli ordini sono in parziale recupero, ma il PMI (Purchasing Managers' Index) è crollato ancor di più (46,2) e il CSC stima una produzione in calo nel trimestre. Nei servizi, invece, il Pmi è salito a dicembre, in area di debole crescita (51,1)”. 

Cresce l’occupazione

“Più occupazione”, conferma il Csc. “È ripartita in autunno l’espansione dell'occupazione (+0,2% a ottobre-novembre sul 3° trimestre), trainata dalla componente dipendente, specie a tempo indeterminato. Gli occupati in aumento a ritmi più alti del PiL implicano un calo della produttività del lavoro (-1,3% da inizio 2018)”, spiega ancora. “L’export cresce a fatica -continua la nota-. In ottobre l'export è cresciuto del 3,2%, terzo aumento consecutivo, sostenuto dalle vendite extra-Ue (deboli però a novembre). Giappone e Svizzera i mercati più dinamici, male in Medio Oriente, Sud America, Cina. Deboli le prospettive: gli ordini esteri sono in lieve risalita a dicembre, dai minimi. Pesano i dazi Usa sull'agro-alimentare e le incertezze globali, specie per l'automobilistico''

I più letti