Reddito di cittadinanza, Unimpresa: costerà 26 miliardi nel triennio

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Tale il carico sul bilancio pubblica della misura nel triennio 2020-2022. Ferrara (Unimpresa): “Squilibri evidenti nella spesa”

 

Ammonta a quasi 26 miliardi di euro il totale del costo del reddito di cittadinanza, nel triennio 2020-2022, a carico del bilancio pubblico. Nello stesso arco di tempo, invece, alle politiche attive per il lavoro sono destinate risorse per 9,7 miliardi. Questi i dati principali di un'analisi del Centro studi di Unimpresa) che ha realizzato uno "spaccato" sui conti pubblici italiani prendendo in esame il budget del triennio 2020-2022 relativo a lavoro, istruzione e ricerca, grandi opere, Unione europea e organi costituzionali. Dalle casse dello Stato, poi, usciranno 88,4 miliardi per la scuola, 25,5 miliardi per l'università, 11,6 miliardi per la ricerca, 15,1 miliardi per le grandi opere pubbliche e le infrastrutture. Il contributo dell'Italia all'Unione europea salirà dai 20,5 miliardi del 2020 ai 24,4 miliardi del 2022 per un totale, nel triennio, di 68,2 miliardi. Secondo i dati del Centro studi di Unimpresa, nel triennio 2020-2022 sono destinati 9,7 miliardi di euro alle politiche attive per il lavoro con un aumento di 6,5 miliardi (+567,77%) dal 2020 al 2022. Le politiche passive per il lavoro (principalmente identificabili con il cosiddetto reddito di cittadinanza) peseranno per 25,9 miliardi, con una diminuzione di 3,5 miliardi (-35,89%) dai 9,8 miliardi del 2020 ai 6,3 miliardi del 2022. Lo Stato spenderà, poi, 88,4 miliardi per la scuola con una cifra sostanzialmente stabile nel triennio pari a circa 44 miliardi; all'università sono destinati circa 8,5 miliardi l'anno per complessivi 25,5 miliardi, mentre alla ricerca e all'innovazione sono assegnate risorse per quasi 4 miliardi l'anno.

Meno soldi per opere pubbliche e infrastrutture

 

E' destinata a calare la spesa per grandi opere pubbliche e infrastrutture: dai 6,8 miliardi del 2020 ai 4,3 miliardi del 2022 con una discesa di quasi 2,5 miliardi (-36,44%). Salirà in maniera robusta il contributo dell'Italia all'Unione europea: 20,5 miliardi nel 2020, 23,2 miliardi nel 2021 e 24,4 miliardi nel 2022 per complessivi 68,2 miliardi: tra il 2020 e il 2022 la variazione in crescita sarà di 3,9 miliardi (+19,15%). Per la Presidenza del consiglio dei ministri, lo Stato spenderà 1,8 miliardi nel triennio: la cifra resterà stabile attorno ai 600 milioni l'anno (606,7 milioni nel 2020, 595,9 milioni nel 2021 e 609,1 milioni nel 2022). Gli organi costituzionali (Camera, Senato e Corte costituzionale) costeranno, invece, 5,2 miliardi nell'arco dell'intero triennio pari a 1,7 miliardi l'anno.

Ferrara (Unimpresa), squilibri evidenti

 

"Gli squilibri sono evidenti: si danno troppe risorse a quello che di fatto è puro assistenzialismo, mentre lo Stato continua a investire troppo poco sulle politiche attive per il lavoro, per la scuola e la ricerca, per le grandi opere pubbliche", commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. "La fotografia che abbiamo scattato ci dice che siamo un Paese che investe poco nel futuro e non dà speranza ai giovani: non miglioriamo l'istruzione, non crediamo nella formazione universitaria, snobbiamo la ricerca. E poi non puntiamo sulle grandi opere pubbliche non solo per migliorare le nostre infrastrutture, materiali e immateriali, ma anche come forma di investimento per creare occupazione nell'immediato", aggiunge Ferrara.

 

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