Nelle prospettive per l'economia italiana 2019/2020 riviste al ribasso le stime della scorsa primavera sul Pil (+0,3%). La crescita risulterebbe invece "in lieve accelerazione nel 2020" (+0,6%). In miglioramento la disoccupazione, frenano i consumi ma più risparmio
Il proseguimento della dinamica positiva del mercato del lavoro determinerebbe un aumento dell’input di lavoro a ritmi superiori a quelli del Pil (+0,7% in termini di unità di lavoro in entrambi gli anni) mentre il tasso di disoccupazione segnerebbe un deciso miglioramento nell’anno corrente (10,0%) per poi scendere marginalmente nell’anno successivo (9,9%). E' quanto rileva l'Istat nel rapporto sulle prospettive dell'economia italiana nel 2019-2020. Nel corso del 2019, indica l'Istat, il mercato del lavoro italiano ha sperimentato un andamento analogo a quello dell’area euro, caratterizzato da un miglioramento dell’occupazione e una riduzione della disoccupazione. Le unità di lavoro totali sono aumentate con un ritmo costante nei primi due trimestri (+0,2% la variazione congiunturale) per poi accelerare lievemente tra luglio e settembre (+0,3%), sostenute dalla crescita dei dipendenti (+0,3% in tutti e tre i trimestri). Secondo i dati più recenti della rilevazione sulle forze lavoro, anche ad ottobre la tendenza positiva è proseguita, con un aumento degli occupati (+0,2%) e una stabilità del tasso di occupazione.
Nei primi dieci mesi del 2019, il tasso di disoccupazione ha continuato a scendere, raggiungendo a ottobre un livello (9,7%) inferiore di un punto percentuale rispetto allo stesso mese del 2018. Anche i dati sulla domanda di lavoro si mantengono su livelli massimi del periodo. Nel terzo trimestre il tasso di posti vacanti destagionalizzato, che misura la quota dei posti di lavoro per i quali è in corso la ricerca di personale, si è attestato all’1,1% nel complesso delle attività economiche e nei due settori aggregati dell’industria e dei servizi.
Il mercato del lavoro verso un miglioramento contenuto
Nei prossimi mesi si prevede il proseguimento della fase di miglioramento del mercato del lavoro, ma con un’intensità più contenuta. Tale andamento rifletterebbe, con un lieve differimento temporale, il progressivo rallentamento del ciclo economico. Nel biennio di previsione, l’occupazione, espressa in termini di unità di lavoro, è prevista crescere con un ritmo (+0,7%) superiore a quello dell’output, prefigurando un possibile proseguimento della fase di riduzione della produttività. Il miglioramento dell’occupazione sarà sostenuto dall’aumento delle unità di lavoro dipendenti. L’aumento dell’occupazione si accompagnerebbe a una crescita del monte salari e a un miglioramento delle retribuzioni lorde per dipendente (+0,7% e +0,6% rispettivamente nel 2019 e nel 2020).
Pil in lieve accelerazione
Nel 2019, il prodotto interno lordo è previsto aumentare dello 0,2% in termini reali, in deciso rallentamento rispetto all’anno precedente. La crescita del pil risulterebbe in lieve accelerazione nel 2020 (+0,6%). Nell’anno corrente, la domanda interna al netto delle scorte fornirebbe un contributo positivo alla crescita del pil pari a 0,8 punti percentuali; l’apporto della domanda estera netta risulterebbe moderatamente positivo (+0,2%) mentre la variazione delle scorte fornirebbe un impulso ampiamente negativo (-0,8%). Nel 2020, il contributo della domanda interna si manterrebbe su livelli simili a quelli dell’anno corrente (+0,7%), la domanda estera netta contribuirebbe ancora positivamente (+0,1%) mentre le scorte fornirebbero un contributo negativo ma di intensità contenuta (-0,2%).
Nel biennio di previsione, la crescita della spesa delle famiglie e delle isp (istituzioni sociali private al servizio delle famiglie) in termini reali è stimata in lieve rallentamento rispetto agli anni precedenti (+0,6% in entrambi gli anni) mentre quella delle amministrazioni pubbliche aumenterebbe con tassi rispettivamente pari a +0,4% e +0,3%. Gli investimenti fissi lordi mostrano un profilo in rallentamento, con tassi pari a +2,2% nel 2019 e +1,7% nel 2020.
L’attuale scenario di previsione è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da possibili evoluzioni negative dei conflitti tariffari e delle turbolenze geopolitiche con riflessi sfavorevoli sull’evoluzione del commercio internazionale e sul livello di incertezza degli operatori.
Continua la fase di bassa crescita della produttività
L’economia italiana continua a essere caratterizzata da una prolungata fase di bassa crescita della produttività. Nel periodo 2014-2018, in Italia la produttività del lavoro, misurata in termini di ore lavorate, è aumentata in misura contenuta (+0,3% la crescita media annua), con un ampliamento del divario rispetto all’area euro (+1,0%). In particolare, nel 2018 la produttività del lavoro è diminuita dello 0,3%, sintesi di una crescita delle ore lavorate (+1,3%) superiore a quella del valore aggiunto (+1,0%).