Confcommercio: contraffazione in continua crescita

Lavoro

I risultati di un'indagine su illegalità e abusivismo. Sangalli: fenomeno che rende le persone più povere culturalmente e più fragili nelle scelte

Il trend della contraffazione è in continua crescita: nel 2019 quasi un consumatore su tre (30,5%) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale (+3,7 punti percentuali rispetto al 2016 e +4,9 punti in confronto al 2013). È quanto emerge dall’indagine di Confcommercio su illegalità, contraffazione e abusivismo presentata in occasione della Giornata nazionale ‘Legalità ci piace!’. A illustrare i dati sui costi e gli effetti dell'illegalità per le imprese con un focus sulla contraffazione e l'abusivismo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella.

"Contraffazione rende più fragili nelle scelte"

"Il focus di questa edizione sarà centrato su contraffazione ed abusivismo, due piaghe che certo penalizzano in particolare i nostri settori, ma che indeboliscono tutta la filiera del Made in Italy e la salute del sistema Paese, sovvenzionando le catene della criminalità organizzata. Questi fenomeni, inoltre, hanno anche una preoccupante ‘ricaduta sociale’ che è difficile da quantificare ma non è meno pesante da valutare", ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli nel suo intervento. "Perché contraffazione ed abusivismo spingono ad abbassare l’asticella della qualità della vita e degli acquisti, rendendo le persone più povere culturalmente, più fragili nelle scelte e più esposte in termini di salute, consumi e abitudini", aggiunge Sangalli.

L'identikit del consumatore "illegale"

Secondo la fotografia scattata dall’indagine l’identikit del consumatore ‘illegale' ha dai 25 anni in su, risiede principalmente al Sud (per il 43,7%), ha un livello d’istruzione medio-basso (per il 77,2%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per il 69,7%). Il 66,8% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti.

Taccheggio, vittima il 69% delle aziende

Per quanto riguarda infine la piaga del taccheggio, il 69,3% delle imprese del commercio al dettaglio ne è stato vittima almeno una volta, un dato più forte nel Nord Ovest (75,5%) e nel Centro (73,6%). Sostanzialmente stabile la percentuale di imprese che ne ravvisano un incremento (24,1% nel 2019 in confronto al 23,2% del 2016). Il 55,8% degli esercizi commerciali, infine, si è dotato di misure anti-taccheggio (+3,2 punti rispetto al 2016) tra dispositivi anti-taccheggio e formazione del personale.

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