Opera tornata in basilica Santa Croce a Firenze, ingresso gratuito residenti
(ANSA) - FIRENZE, 29 DIC - I 'segreti' e la storia della pala di Giorgio Vasari per Michelangelo in una serie di lettere scambiate dallo stesso Vasari con Lionardo Buonarroti, nipote del grande artista e con don Vincenzo Borghini, erudito attivo presso la corte di Cosimo I de' Medici. E' quanto si spiega dall'Opera di Santa Croce di Firenze, che sovraintende alla basilica fiorentina dove è stata ricollocata - dopo un accurato restauro che ha interessato anche la tomba di Michelangelo - la stessa pala, realizzata da Vasari per l'altare Buonarroti.
"Siamo di fronte a un'opera di altissima qualità, la cui storia è ampiamente documentata e merita di essere raccontata - spiega Claudio Paolini, storico dell'arte della Soprintendenza archeologia, beni culturali e paesaggio della Città metropolitana di Firenze -, ci sono una serie di lettere scambiate da Vasari con Lionardo Buonarroti", che grazie all'appoggio di Cosimo I riuscì a trafugare il corpo dello zio da Roma per riportarlo a Firenze, e che commissionò la pala, e con don Borghini, "responsabile del programma iconografico per i nuovi dipinti che dovevano ornare la rinnovata chiesa di Santa Croce. Accanto ai nomi, compaiono i costi da sostenere per i vari lavori, restituendoci uno spaccato vivo e significato dei cantieri del tempo e delle modalità con cui si realizzavano questi capolavori".
La pala, il cui restauro è stato possibile grazie alle donazioni di 132 benefattori, per lo più statunitensi, è da poco nuovamente visibile a turisti e fiorentini: per questi ultimi, ricorda l'Opera di Santa Croce, l'ingresso al complesso monumentale, che appartiene al Fondo edifici di culto (Fec) del ministero dell'Interno, è gratuito. (ANSA).