Economia italiana, come è andato il 2024 in dieci grafici

La borsa italiana sorride. Da occupazione e disoccupazione arrivano buone notizie, mentre il fronte prezzi tiene con l’inflazione ampiamente sotto controllo. È tempo di bilanci e il 2024 dell’economia italiana porta a investitori, consumatori e lavoratori una serie di notizie tra il buono e il discreto. Ma anche qualche informazione meno tranquillizzante. Per esempio un Pil che nel corso dell’anno è cresciuto meno delle aspettative, dunque poco o niente. O una produzione industriale che continua a segnare il passo da quasi due anni. In questo contesto di segnali misti non stupisce che la fiducia di imprese e consumatori proceda a sbalzi, come se non sapesse come orientarsi. TUTTE LE NOTIZIE DI ECONOMIA E FINANZA Piazza affari sorride Prima a metà maggio e poi ancora a metà ottobre. L’indice FTSE MIB ha toccato due vette in questo 2024, entrambe sopra i 35 mila punti. Non sono durate molto, giusto una giornata andi due complessivamente, ma abbastanza per far segnare risultati che non si vedevano da parecchio nel listino azionario italiano. Precisamente, raccontano gli annali, dal 2007, dunque 17 anni. L’indice è partito a fine dicembre scorso da quota 30mila circa e sta chiudendo in questi giorni a quota 33mila che vuol dire una crescita intorno al 10% nel corso dei 12 mesi. Inflazione al guinzaglio. Ma i salari… Se gli investitori italiani in titoli azionari sorridono anche i consumatori tirano un sospiro di sollievo. Anzi due. Il 2024 è stato infatti il secondo anno consecutivo in cui l'inflazione è rimasta sotto controllo. L’indice generale prezzi è infatti salito solo leggermente, l’1,4% annuo a novembre secondo i dati Istat. Ma soprattutto, si tratta di una conferma della stessa tendenza del 2023 dopo gli anni di impennata dei rincari del 2021 e del 2022 quando si era visto un rialzo di oltre il 15%. Insomma, i portafogli degli italiani respirano e salutano un ritorno alla normalità. Anche se questo, attenzione, non significa che abbiano recuperato il potere d’acquisto perduto nel tempo. Anzi, sappiamo che non lo hanno fatto - o non completamente almeno - se è vero che in media i salari reali del nostro Paese, al contrario di quelli delle altre maggiori economie della Ue, restano ancora sotto il livello del 2013, oltre 10 anni fa. Occupazione in salute Ma le buone notizie non sono finite. Se le retribuzioni sono al palo, almeno il mercato del lavoro italiano fa registrare dati incoraggianti. La disoccupazione è ai minimi e l’occupazione cresce. A ottobre 2024, ultimo dato disponibile, il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-64 anni è sceso fino al 5,7%. Nel dicembre 2023 era al 7,1%: significa un calo di 1,4 punti percentuali in 12 mesi. Allo stesso tempo mentre si assottiglia il numero dei disoccupati, si ingrossa quello degli occupati e il relativo tasso che a ottobre è salito fino al 62,5% dal 61,9 di inizio 2024. Un buon risultato, dunque. Anche se bisogna tenere conto che il tasso di occupazione è in crescita ormai da lungo tempo nel nostro Paese. La produzione industriale rallenta… Ma il 2024 non è stato solo un anno di messaggi buoni. L’economia italiana, come quella di altri Paesi europei, soffre le conseguenze del processo di deindustrializzazione in corso. L’industria, dice l’Istat, vale ormai meno di un quinto del Pil: nel terzo trimestre dell’anno era il 18% del totale. La tendenza va avanti ormai da un po’ e non si è certo fermata nel 2024 come testimoniano i dati sulla produzione industriale: ogni mese dell’anno in corso ha fatto segnare una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2023. A ottobre 2024 i mesi consecutivi di calo sono arrivati a 21, quasi due anni di diminuzione senza soluzione di continuità. …e il Pil non cresce E se l’industria piange il Prodotto interno lordo non ride. A smorzare definitivamente l’ottimismo residuo ci ha pensato l’Istat con l’ultimo aggiornamento delle sue previsioni. Nel 2024 il Pil crescerà dello 0,5% su base annua. Che è meno di quanto si attende il governo italiano, 1%. Andrà un po' meglio nel 2025: 0,8% . Sulla stessa linea si muovono le aspettative dell’Ocse che stima un +0,5% nel 2024, un +0,9% nel 2025 e un incremento dell’1,2% nel 2026. Questione di fiducia Se il bilancio del 2024 è un buon mix di notizie discrete e buone da una parte e di conferme preoccupanti dall’altra, la percezione di imprese e consumatori non può che seguire una traiettoria analoga. Alti e bassi e infine un ritorno non lontano dal punto di partenza. A dicembre 2024 la fiducia complessiva resta inferiore al 2021, un periodo alimentato dalle speranze della fine della pandemia ma assai più alte dell’autunno 2023 quando gli effetti del lungo periodo inflazionistico pesavano sul clima economico. La storia del 2024 è invece quella di un saliscendi al termine del quale i consumatori si ritrovano leggermente più fiduciosi sulla sorte dell’economia nostrana rispetto a dicembre 2023 e le imprese un meno . Vedremo chi avrà ragione.

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