Con le imposte indirette sui beni importati dall’estero dagli americani, il prezzo degli stessi prodotti sale. L’obiettivo di Trump è proteggere l’economia statunitense. Il tycoon ha già utilizzato la stessa politica nei confronti della Cina.
Dopo la Cina anche i Paesi dell’Unione europea - e dunque l’Italia - sono finiti nel mirino economico degli Usa, con il via libera della Wto (Organizzazione mondiale del commercio) ai dazi. Donald Trump ha da tempo imposto tasse doganali sui prodotti provenienti dall’estero a partire dall’alluminio e l’acciaio nel 2018. Le misure per l’Ue e per l’Italia dovrebbero scattare il 18 ottobre.
Cosa sono i dazi
I dazi sono imposte indirette che si applicano, appunto, a prodotti che vengono venduti da uno Stato e acquistati da un altro. In generale, i dazi vengono applicati con una percentuale sul valore del bene commerciato e riscossi quando il prodotto arriva nel Paese di residenza dell’acquirente (L'IMPATTO SUL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO).
A cosa servono i dazi Usa
Con l’imposizione di dazi sui beni provenienti dall’estero, Trump mira a proteggere dalla concorrenza i prodotti degli Stati Uniti d’America. Le tasse doganali, infatti, hanno l’effetto di far crescere il prezzo del bene venduto dal produttore di un Paese straniero.
L'impatto dei dazi Usa sull’economia dell’Ue
L'organizzazione mondiale del commercio ha dato l’ok all’imposizione di dazi per 7,5 miliardi di dollari contro l’Unione europea accusata di aver fornito aiuti illegali ad Airbus, produttore europeo di aerei per l’aviazione civile. Nell’elenco dei prodotti che potrebbero veder crescere il prezzo, se esportati negli Usa, a causa proprio del balzello imposto da Washington ci sono il whisky scozzese, i vini francesi, l'Emmental svizzero e la groviera. Sono previsti inoltre dazi del 10% sugli aerei commerciali.
I rischi per l’Italia
La scure dei dazi Usa si abbatte sul Made in Italy, e secondo le prime informazioni, avrebbe colpito con una tariffa del 25% formaggi come pecorino, parmigiano reggiano, Grana Padano. L’agroalimentare italiano potrebbe pagare un conto di circa un miliardo di euro a causa dell’applicazione di nuove tasse doganali da parte degli americani. “Potremmo mettere dazi su vino e parmigiano”, aveva annunciato il segretario di Stato americano Mike Pompeo, intervistato da Sky Tg24, durante la visita a Roma, dove ha incontrato il premier Giuseppe Conte. Dovrebbero essere salvi mozzarella di bufala, olio d’oliva, prosciutti prosecco e vini in generale.