Spiagge vuote e città d’arte piene: il paradosso del turismo estivo in Italia

Spiagge vuote e borghi presi d’assalto. Stabilimenti balneari in crisi e allarme overtourism per città d’arte e montagne. Quella del 2025, dal punto di vista del turismo, è stata un’estate di estremi, almeno per quanto riguarda il dibattito, spesso acceso e polarizzato come accade sempre più spesso. Per fortuna che con l’avvicinarsi dell’autunno, insieme al calo delle temperature, arrivano anche i primi dati ufficiali su arrivi e pernottamenti nel nostro Paese nei mesi più caldi dell’anno. Statistiche, ancorché provvisorie, che permettono di ragionare a mente più fredda e di farsi un’idea più precisa e meno emotiva di come sia andata effettivamente l’estate tricolore per un comparto così importante dell’economia nazionale. Vediamole insieme. Giugno e luglio da record Una premessa: i dati ufficiali pubblicati da Istat coprono per ora solo due dei tre mesi estivi 2025, giugno e luglio. Manca agosto, dunque, ma questo non impedisce di fare delle prime valutazioni attraverso un confronto con lo stesso periodo degli anni precedenti. E il risultato di questi paragoni conferma di fatto due tendenze. Da una parte il costante aumento, sia di arrivi che di pernottamenti, nelle strutture ricettive italiche. Dall’altra, la crescita dei turisti stranieri e la diminuzione di quelli italiani. Partiamo dalla prima. Nei mesi di giugno e luglio 2025 alberghi, b&b, campeggi e altri soggetti che offrono accoglienza hanno fatto registrare oltre 35 milioni di arrivi. Si tratta di un record, che supera di 200mila unità quello dello scorso anno. Stesso discorso per quelle che Istat chiama “presenze”, ovvero i pernottamenti, saliti a oltre 138 milioni, circa 7,6 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Insomma, dal punto di vista dei numeri complessivi, i primi due terzi dell’estate tricolore sembrano essere andati piuttosto bene confermando la crescita che - salvo il periodo della pandemia - caratterizza da lungo tempo il comparto. Ma lo scorcio di stagione calda per cui abbiamo i dati conferma anche un altro trend: ovvero che l’aumento generale dei volumi è alimentato soprattutto dagli stranieri, mentre gli italiani continuano a ridurre le proprie vacanze nello Stivale. A giugno e luglio 2025, gli arrivi di turisti provenienti dall’estero risultano infatti 20,3 milioni, ovvero 1,2 milioni in più rispetto allo stesso segmento dell’anno precedente. Quelli dei residenti nel Belpaese invece si sono fermati a 14,7 milioni, vale a dire circa un milione in meno a confronto con il 2024. Se non visualizzi il grafico clicca qui Le preferenze cambiano Insomma, dalle Alpi alla Sicilia il turismo parla sempre di più straniero , almeno così segnalano i dati provvisori Istat. E, come si diceva, il fenomeno non inizia quest’estate. Se si guarda infatti ai numeri di tutti e tre i mesi estivi si può osservare come il rallentamento del turismo autoctono in Italia risalga almeno al 2022 quando si toccarono i 26,4 milioni di arrivi da parte di residenti del Belpaese. Da quel momento è iniziata la discesa: 25,7 milioni nell’estate 2023 e 25,4 nel 2024. Quanto al 2025, abbiamo visto che giugno e luglio lasciano prevedere un ulteriore calo dei turisti tricolori nelle strutture ricettive nostrane. Se non visualizzi il grafico clicca qui Dopo tutto, anche indagini campionarie, come quella realizzata da Assoturismo Confesercenti, confermano il quadro: aumento degli stranieri, diminuzione degli italiani. I quali però, almeno stando a questa analisi non sembrano tanto rinunciare alle vacanze quanto orientarsi piuttosto verso l’estero, magari con ferie “mordi e fuggi” spalmate lungo tutta l’estate grazie anche a condizioni meteo che favoriscono l’anticipo o l’allungamento della stagione rispetto al passato. Allo stesso tempo, afferma sempre l’indagine di Assoturismo Confesercenti, le presenze degli italiani aumentano leggermente in montagna e nei laghi mentre scendono le preferenze per le località balneari. Un dettaglio, quest’ultimo, che insieme a un luglio meno baciato dal sole rispetto alla media stagionale è coerente con le immagini di sdraio vuote e ombrelloni chiusi che abbiamo visto nel corso di quest’estate.

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Raffaele Mastrolonardo