Contributi alle famiglie nell'Ue: Italia sotto la media

Le misure di sostegno alle famiglie sono in costante aumento nell’Unione europea dall’inizio del secolo. Gli ultimi dati pubblicati da Eurostat certificano che la crescita si è attestata nel 2022 in media a una pressione fiscale di 830 euro a persona. Questo indicatore riguarda le prestazioni sociali volte a far fronte ai rischi e ai bisogni associati alla famiglia e ai figli. I dati vengono raccolti annualmente attraverso il Sistema europeo di statistiche integrate della protezione sociale e sono generalmente escluse dal computo le prestazioni per l’istruzione. Più spesa, meno figli Nel 2022, nell'Ue sono stati spesi 368 miliardi di euro per le prestazioni familiari per i figli, pari al 2,3% del Prodotto interno lordo dell’Unione e all'8,6% della spesa complessiva del budget allocato per le prestazioni sociali in generale. Una crescita costante, che ha visto la spesa media aumentare del 50,9% in termini reali tra il 2000 e il 2022, ed è aumentata la sua incidenza sul Pil, che pure è cresciuto. Nello stesso periodo l’età media degli europei è diminuita e il numero dei minorenni è sceso dell’8%. Meno figli ma più spese per sostenerne la crescita. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Costo e valore degli aiuti Andando a vedere le differenze tra Paesi, quelli con la spesa pro capite più elevata per i sostegni alle famiglie sono stati Lussemburgo , Danimarca e Germania . Quelli con la spesa più bassa sono, invece, la Bulgaria , la Grecia e Cipro . Agli italiani gli assegni familiari e le altre forme di sostegno garantite dal governo alle famiglie sono costate nel 2022 circa 525 euro a persona. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Ma che valore hanno gli aiuti per chi li riceve? In questo caso oltre al dato assoluto dei singoli Paesi, Eurostat ha elaborato anche il valore a parità di potere d'acquisto , un indicatore che equipara il reale valore del denaro tenendo conto del costo della vita che differisce spesso anche tra Paesi europei. E che risulta molto più attendibile per fare confronti. Il livello medio di spesa per le prestazioni familiari è stato particolarmente elevato in Lussemburgo, dove questo indicatore è di 13 mila euro per ogni figlio, con livelli di spesa relativamente elevati destinati a prestazioni non soggette a verifica del reddito, e quindi riconosciute a tutti. Ma il Lussemburgo, avendo un reddito pro capite esorbitante rispetto agli altri Paesi, non è rappresentativo e forse andrebbe estromesso dal calcolo della media Ue. Il secondo Paese a riconoscere più contributi per ogni figlio è la Germania, dove il valore dei sostegni nel 2022 è stato pari a 8.881 euro per figlio. Sopra i 6 mila euro anche l’Austria, la Danimarca e la Finlandia. In Italia il valore è di 3300 euro, mentre la spesa più bassa è quella di tre nazioni del Mediterraneo: Malta, Grecia e Cipro, tutte intorno o di poco sotto ai duemila euro per minore. Se non visualizzi il grafico, clicca qui In Italia l’aiuto è l’assegno Molto interessante è vedere come il budget destinato alle famiglie viene erogato dai diversi governi nazionali. In media, in Unione europea la maggiore forma è stata quella delle donazioni periodiche in denaro, gli assegni familiari per intenderci. Questa voce ha rappresentato il 59,3% della spesa per le prestazioni familiari e per i figli nel 2022. Servizi, beni gratuiti e agevolazioni di vario tipo sono la seconda modalità più diffusa, il 38,6%, mentre le prestazioni in denaro una tantum hanno rappresentato una quota relativamente piccola . Se non visualizzi il grafico, clicca qui Nel 2022, le prestazioni periodiche in denaro hanno costituito la maggior parte della spesa per le prestazioni familiari/per i figli in tutti i Paesi dell'Ue tranne in Danimarca, Finlandia, Spagna e Svezia, dove l’assistenza in termini di gratuità dei servizi e agevolazioni di varia natura viene preferita al denaro tout-court. Le prestazioni in denaro in somma forfettaria hanno rappresentato una percentuale risibile in quasi tutti i Paesi tranne tre: Cipro , Grecia e Lettonia . In alcuni Paesi la preponderanza dei contributi in denaro periodici è notevole. In Estonia e in Slovacchia superava il 90%, quota sfiorata anche dall’Italia dove nel 2022 la percentuale di beni, servizi e agevolazioni era solo dell’11% e non veniva riconosciuta alcuna forma di aiuto una tantum. Il nuovo Bonus nuovi nati è stato reintrodotto dalla Legge di Bilancio 2025.

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Gabriele De Palma