Il ministro dell’Economia è intervenuto in audizione sul Documento di finanza pubblica, facendo presente che in questo momento storico “internazionale caratterizzato da cambiamenti sempre più repentini”, non devono stupire “revisioni al ribasso, che sono solo un segnale della serietà del governo rispetto a elementi esogeni"
Per le spese per la difesa già da quest'anno il governo sarà in grado di raggiungere l'obiettivo del 2% del Pil assunto nel 2014. A dirlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sul Documento di finanza pubblica. "Con riferimento alle spese per la difesa e, più in generale, la sicurezza del Paese - ha spiegato il ministro - il lavoro di ricognizione secondo la metodologia Nato, effettuato con particolare scrupolo, lascia ritenere che già da quest'anno saremo in grado di raggiungere l'obiettivo del 2% del Pil assunto nel 2014". Poi ha aggiunto: "Siamo oltremodo coscienti, anche alla luce delle attuali tensioni, dell'esigenza di incrementare tali spese nei prossimi anni". Tutte le simulazioni contenute nel Dfp, ha sottolineato, "sono basate su ipotesi più sfavorevoli e pertanto forniscono indicazioni in senso peggiorativo sulla crescita e finanza pubblica. Ciò nonostante, sembra prospettarsi uno scenario meno avverso di quello messo in conto nelle previsioni ufficiali; più favorevole in termini sia di possibile esito finale della struttura dei dazi a livello internazionale, sia di variabili esogene (quali i prezzi dell'energia e i tassi d'interesse) che condizionano la crescita. Il quadro macroeconomico è pertanto soggetto anche a rischi positivi".
Giorgetti sottolinea "serietà del governo"
Un riferimento anche al periodo storico che l’Italia, così come gli altri Paesi, sta attraversando. "Il documento sottoposto alla vostra attenzione - ha sottolineato Giorgetti - giunge in un frangente internazionale caratterizzato da cambiamenti sempre più repentini, che rendono particolarmente complesso elaborare stime non solo nel lungo termine, ma anche nel breve". Tenendo conto di questo contesto, dunque, ha aggiunto il ministro dell’Economia, “non devono stupire revisioni al ribasso, che sono solo un segnale della serietà del governo rispetto a elementi esogeni". "Questa fase di passaggio sarà attentamente monitorata, con particolare riferimento agli effetti sugli investimenti e sui consumi delle famiglie", ha concluso.
Giorgetti: "Italia si contraddistingue"
Il ministro Giorgetti ha poi voluto sottolineare come il "notevole miglioramento della finanza pubblica nel 2024 descritto nel Documento" rappresenti "una solida base a fronte dell'incertezza delle prospettive economiche". E ha proseguito: "Abbiamo davanti a noi sfide sempre più complesse che richiedono prudenza, decisioni ponderate e strategie condivise a livello europeo. L'Italia continuerà ad operare in maniera credibile e saprà affrontare al meglio il difficile contesto, continuando a difendere la solidità dei suoi conti e a fornire il necessario sostegno al sistema economico e sociale". In questo contesto "molto più complesso rispetto a solo pochi mesi fa l'Italia si contraddistingue per una gestione della finanza pubblica, che permette di confermare in questo Documento gli obiettivi di spesa netta e di riduzione del deficit e del debito stabiliti nel Piano dello scorso ottobre e attestare il miglioramento dei dati relativi al 2014, acquisendo già un effetto positivo nel conto di controllo su cui tornerò a breve". E ha aggiunto: "Uno stato di cose chiaramente riconosciuto dai mercati finanziari".