Irpef, polemiche sulla aliquota aggiuntiva per i ceti medi. Mef nega: “Imposta diminuirà"
EconomiaUna aliquota aggiuntiva del 12 % per i redditi medi compresi tra i 32 e i 40 mila euro ha suscitato la reazione di alcuni media italiani. Immediata la reazione del ministero dell'Econmia e delle Finanze che parla di "interpretazione forzata e fuorviante". Come si legge nella nota del Mef, "il prelievo fiscale per i lavoratori dipendenti che ricadono nel suddetto intervallo di reddito diminuirà grazie agli interventi in esame"
Polemica aperta per le imposte che, con la nuova manovra di governo, potrebbero danneggiare il ceto medio. Alcuni media italiani, dopo la lettura della relazione sulla manovra dell'ufficio di bilancio, hanno avanzato il dubbio che ci fosse una aliquota aggiuntiva per i redditi medi compresi tra i 32 e i 40 mila euro. Effettivamente l’aliquota c’è ed è del 12%, ma va a sostituire alcune anomalie precedenti che la rendevano ancora più alta. A spiegarlo è lo stesso ministero dell’Economia e delle Finanze che in una nota ha precisato come "il combinato effetto del taglio del cuneo, detrazioni e tagli fiscali contenuti nella manovra economica 2025 porta vantaggi economici incontrovertibili su tutti i redditi fino a 40mila euro".
Mef: “Interpretazione forzata e fuorviante”
Per il Mef, la lettura degli stralci della relazione Upb dello scorso 5 novembre è "un'interpretazione forzata e fuorviante poiché si prende un dato parziale senza considerare l'insieme delle misure che recano benefici fiscali in favore dei redditi medi". La beffa ai danni del ceto medio paventata da alcuni quotidiani, dunque, non sarebbe reale. Il ministero ha spiegato che "non è vero" che le misure in manovra determinano un maggior prelievo sul ceto medio, ovvero i dipendenti con reddito tra 32.000 e 40.000 euro. "Il prelievo fiscale per i lavoratori dipendenti che ricadono nel suddetto intervallo di reddito - si legge nell’analisi del Mef - diminuirà grazie agli interventi in esame, sia con riferimento al 2024, anno in cui erano in vigore provvedimenti temporanei, sia con riferimento alla normativa previgente".
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Aliquota media e marginale
Inoltre, spiega ancora il ministero, "la variazione del carico fiscale (cosiddetta pressione fiscale) è definita dall'aliquota media; l'aliquota marginale, invece, ha rilevanza per valutare la propensione dei contribuenti ad effettuare o meno lavoro aggiuntivo". La puntualizzazione del Mef Ricorda anche che l'aliquota media Irpef che grava sui redditi pari a 32 mila, 35 mila e 40 mila euro "diminuisce per effetto sia della detrazione aggiuntiva prevista nel ddl Bilancio sia della riduzione della seconda aliquota Irpef dal 25% al 23%". Stando ai dati del Mef, "non è vero" nemmeno che, per effetto delle misure della manovra, l'aliquota marginale sale al 56%: "l'aliquota del 56%, infatti, è la somma dell'aliquota legale (35%), dell'aliquota marginale implicita della nuova detrazione aggiuntiva (12,5%, unico effetto sull'aliquota marginale derivante dalle misure introdotte dal ddl bilancio) e della detrazione per tipologia di reddito (8,68%) giungendo quindi a 56,18% (35%+12.5%+8,68%)". Infine, si osserva nell'analisi, nel confronto tra le misure vigenti e quelle previste dalla manovra, "la nuova detrazione Irpef, destinata a ridurre il carico fiscale sui soggetti con redditi Irpef fino a 40.000 euro esclusi dal precedente intervento sui contributi, ha introdotto un'aliquota marginale aggiuntiva pari al 12,5% ma allo stesso tempo ha eliminato una distorsione di dimensioni ben più significative, che avrebbe generato un'aliquota marginale di gran lunga più alta al superamento della soglia di 32 mila euro e con un impatto decisamente più importante sull'offerta di lavoro".