Cambiamento climatico, gli eventi estremi costano 284 euro a persona: Italia ultima in Ue

Economia
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Introduzione

Secondo i dati di The European House - Ambrosetti, il nostro Paese è maglia nera in Europa in fatto di perdite economiche causate da alluvioni, tempeste e ondate di calore. Su 20 regioni, in 12 si trovano in una situazione di "stress idrico", in particolare al Sud, con la siccità che mette in ginocchio i settori agricolo e idroelettrico.

 

I danni economici risultano ingenti anche in Spagna e Ungheria, che come l'Italia patiscono il climate change più del doppio rispetto alla media Ue: 116 euro a cittadino. Il Commissario straordinario alla scarsità idrica Nicola Dell'Acqua: "Per l'emergenza più poteri alle autorità di bacino e una migliore pianificazione degli interventi"

Quello che devi sapere

I danni economici del clima

  • Oltre alla salute del pianeta, il cambiamento climatico rischia di presentare un conto salato anche sul portafogli degli italiani. Come evidenzia uno studio di The European House - Ambrosetti, con 284 euro ad abitante, il Bel Paese risulta maglia nera in Europa per le perdite economiche causate da eventi estremi. Ecco i settori più colpiti

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I danni economici del clima

I dati/1

  • Lo studio, presentato in apertura della sesta edizione di "Community Valore Acqua per l’Italia", network che include 42 tra aziende e istituzioni della filiera idrica, fotografa una situazione critica in diversi Paesi europei. In Spagna e Ungheria i danni legati al cambiamento climatico pesano rispettivamente 221 e 214 euro a persona

I dati/2

  • In Italia il peso economico del climate change è cresciuto di 5 volte rispetto al 2015 balzando del +490% in nove anni e oggi risulta più del doppio rispetto a Germania e Francia, vicine alla media Ue: 116 euro a cittadino. Nel Vecchio Continente i danni per eventi estremi sono quasi assenti in Grecia, Danimarca, Lituania e Polonia

Quali fenomeni causano più danni

  • Secondo lo studio, ad arrecare i danni economici maggiori sono in particolare le alluvioni, responsabili per il 44% della spesa da sostenere quando si verifica un evento di media gravità. A seguire risultano le tempeste (34%) e le ondate di calore (14%)

L'anomalia termica in Italia

  • Il bilancio negativo dal punto di vista economico dipende dal grado di anomalia termica. In Italia l'aumento della temperatura stimata per quest'anno è di +1,75 gradi e gli effetti si fanno già sentire sulla scarsità di acqua in alcune regioni del Mezzogiorno, epicentro di una crisi estiva

Le regioni in stress idrico

  • Delle 20 regioni, in 12 si trovano in una situazione ad elevato "stress idrico", su tutte Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia. Il problema chiama in causa gli enti incaricati di amministrare la risorsa idrica. "La corretta gestione deve essere supportata da un aggiornamento delle infrastrutture in ottica di incremento dello stoccaggio,ma anche da un veloce processo di digitalizzazione della filiera estesa e da un efficientamento della raccolta dei dati", spiega Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House - Ambrosetti

I settori più colpiti/1

  • Come riporta "Community Valore Acqua per l’Italia - Teha", tra i settori più colpiti spicca l'agricoltura con un calo, in alcuni casi verticale, della produzione di prodotti tipici mediterranei. Nel biennio 2022-23 la resa di miele si è contratta del 70%, quella delle pere è scesa del 63%. Colpite anche le ciliegie, in calo del 60%, e l'olio d'oliva (-27%) mentre la sofferenza è stata più contenuta per le produzioni di vino e pomodori, entrambe in flessione del 12%

I settori più colpiti/2

  • Oltre al settore agricolo, lo studio evidenzia la sofferenza anche del comparto idroelettrico. "Se non riuscissimo a invertire la tendenza e si dovessero raggiungere i +2° di riscaldamento globale raddoppierebbe la perdita di capacità idroelettrica in Italia e triplicherebbe se si raggiungesse un riscaldamento di 3 gradi in più nel Sud Italia e lungo l’arco alpino", sottolinea Benedetta Brioschi, partner Teha

La proposta del Commissario/1

  • Per Nicola Dell'Acqua, Commissario Straordinario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, la risoluzione della crisi dovrebbe passare da una maggiore centralità delle autorità di bacino. "Sono gli enti che possono aiutare il Paese a governare l’emergenza siccità affidando loro la pianificazione dell’approvvigionamento idrico primario e lasciando solo la gestione locale alle regioni", ha detto Dell'Acqua nel suo intervento alla prima riunione della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House - Ambrosetti

La proposta del Commissario/2

  • "L’unico strumento necessario per la pianificazione degli interventi è quello del bilancio idrico che deve essere redatto a livello di distretto in una visione più ampia che superi diatribe locali e regionali", prosegue Dell'Acqua. E aggiunge: "I grandi nodi idraulici porteranno acqua da un punto A ad un punto B del Paese superando confini regionali e distrettuali: non abbiamo più il tempo di assistere a diatribe sul pagamento della risorsa, tutti gli attori in campo devono prendere coscienza del pesante impatto della gestione frammentata dell’acqua sul futuro dell’Italia", conclude il Commissario.

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