Microchip, Silicon Box in Italia: fabbrica al via nel 2028

Economia
Simone Spina

Simone Spina

La società di Singapore ha firmato l'intesa col governo italiano per aprire uno stabilimento a Novara che promette 1.600 posti di lavoro. Un investimento di oltre tre miliardi sostenuto da contributi pubblici. L'operazione rientra nel piano italiano ed europeo di incentivi all'industria elettronica

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Sono i microchip del futuro, quelli che svilupperanno l’intelligenza artificiale. Molto piccoli, anche come granelli di sabbia, si chiamano chiplet e fanno parte della famiglia dei semiconduttori che si trovano dentro i telefoni che teniamo in mano, nelle lavatrici che abbiamo in casa, nelle auto che guidiamo e che Silicon Box, società di Singapore, produrrà a Novara.

Da Singapore a Novara: 3,2 miliardi con dote pubblica

Nella fabbrica piemontese lavoreranno a regime 1.600 persone e la partenza è prevista fra quattro anni, per un investimento di 3,2 miliardi di euro sostenuto da un contributo pubblico, che non si sa esattamente a quanto ammonti ma che il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha detto sarà inferiore al 40 per cento dei denari necessari.

L'obiettivo Ue: più indipendenza 

Questa dote dovrà avere il via libera dell’Unione Europea, che sta promuovendo la produzione di chip nel continente, con l’obiettivo di renderci più indipendenti nell’ambito della transizione digitale e di quella ecologica.

Nove miliardi di investimenti dall'inizio del 2024

L’impegno di Silicon Box arriva, dunque, dopo l’intesa col nostro governo, che ha visto sfumare i progetti in Italia del colosso americano Intel (si concentrerà su Polonia e Germania), ma Urso ha sottolineato come dall’inizio dell’anno siano stati annunciati investimenti nella produzione  di semiconduttori nel nostro Paese per nove miliardi, compresi i cinque di StMicrolectronics (gruppo partecipato dallo Stato italiano e da quello francese) nello stabilimento di Catania.  

Urso: l'Italia polo tecnologico per il futuro

L’Italia diventa così “un paese particolarmente attrattivo per gli investimenti esteri per quanto riguarda la tecnologia digitale”, ha aggiunto Urso, “così che possiamo aspirare a essere davvero uno dei poli produttivi di tecnologia per il futuro”.

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