Direttiva Case Green, stop alle caldaie a gas entro il 2040: cosa sapere
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Il 12 marzo 2024 il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva la direttiva che ha l’obiettivo di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici degli edifici, per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Per le caldaie a combustibili fossili lo stop è stato fissato al 2040, ma già dal 2025 gli impianti non potranno più essere incentivati
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- Il 12 marzo 2024 il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva la direttiva sulle case green, il cui nome è Energy Performance of Buildings Directive (EPBD). L’obiettivo del testo, che riguarda le prestazioni energetiche nell’edilizia, è quello di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici degli edifici entro il 2030, per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050
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- Il testo approvato dal Parlamento europeo, che riguarda edifici pubblici e privati, prevede vincoli più soft rispetto alla prima proposta di legge presentata da Bruxelles e concede maggiore flessibilità ai Ventisette per le ristrutturazioni. Tra i punti: nuovi edifici a emissioni zero dal 2030, piani nazionali di ristrutturazione (con requisiti più stringenti di efficienza), stop ai sussidi per caldaie a combustibili fossili, anche a gas
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- Le caldaie a gas per il riscaldamento domestico, quindi, sono uno dei punti toccati dalla direttiva Ue. Lo stop alle caldaie a combustibili fossili è stato fissato al 2040: i Paesi membri hanno fino a quella data per dire addio a questi impianti
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- Lo stop definitivo alla produzione e alla vendita delle caldaie alimentate a combustibile fossile era inizialmente previsto per il 2035: nel testo approvato dal Parlamento europeo è stato posticipato al 2040
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- A partire dal primo gennaio 2040, quindi, non sarà più possibile installare nuove caldaie a gas metano e Gpl negli edifici di nuova costruzione residenziali e non residenziali. Inoltre, sempre dal primo gennaio 2024, i produttori di impianti di riscaldamento non potranno più immettere sul mercato caldaie a gas che non abbiano la tecnologia “green gas ready” (cioè pronte a funzionare con miscele crescenti di biocombustibili e idrogeno)
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- Fino al 2040, comunque, si potranno ancora installare caldaie a condensazione in classe energetica A o superiore. Il testo, poi, prevede per gli edifici esistenti una sostituzione graduale delle caldaie a gas: i tempi precisi dovranno essere definiti dagli Stati membri, ma la direttiva indica alcune scadenze. A partire dal 2027, si legge nel testo, dovranno essere dismesse le caldaie tradizionali a camera aperta in classe energetica bassa (prima inferiore a G, poi negli anni successivi anche F ed E)
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- Tuttavia, già dal 2025 gli impianti a metano non potranno più essere incentivati: dovranno essere aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili
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- Per incentivare le persone alla transizione ecologica, gli Stati potranno però introdurre degli incentivi per incoraggiare il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili. In particolare, come si legge nel testo, saranno ancora possibili sussidi per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità “significativa” di energia rinnovabile: ad esempio, quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore
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- L’obiettivo della Direttiva è di decarbonizzare il settore edilizio per ridurre le emissioni e la dipendenza da fonti fossili. Sostituire le vecchie caldaie a gas contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti. Ma anche a ridurre i consumi energetici e l’importo delle bollette, aumentando la sicurezza. Oltre alle nuove caldaie a condensazione, le caldaie a gas si possono sostituire con pompe di calore elettriche o con impianti ibridi. Gli esperti consigliano di muoversi ora che non è obbligatorio farlo, per approfittare degli incentivi ancora in vigore