Errore in Gazzetta Ufficiale: mercato tutelato gas già terminato il 1° gennaio, non il 10

Economia
Lorenzo Borga

Lorenzo Borga

La legge prevede - per un errore di battitura - la fine del mercato tutelato il 10 gennaio. Ma gli operatori hanno già applicato i nuovi contratti dall'inizio dell'anno.

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La svista ha dell'incredibile: la fine del mercato tutelato gas sarebbe già scattata il 1° gennaio, e non il 10 del mese come previsto dalla Gazzetta Ufficiale. Chi aveva atteso gli ultimi giorni per decidere se scegliere autonomamente un'offerta sul mercato libero o affidarsi al proprio operatore di provenienza - senza fare nulla - è dunque rimasto beffato.

Errore trascrizione

Un errore di battitura: 10 invece di 1°

L'origine dell'errore - secondo alcune fonti sentite da Sky TG24 - sarebbe una trascrizione errata in Gazzetta Ufficiale avvenuta nel 2022. Il decreto "Aiuti Quater" di novembre 2022, a cavallo tra l'esecutivo Draghi e quello Meloni, ha previsto un rinvio della scadenza della tutela gas dal 1° gennaio 2023 al 10 gennaio di quest'anno. In realtà l'esecutivo avrebbe tuttavia voluto fissare il termine al 1° gennaio 2024: ma il simbolo del grado ° sarebbe stato trascritto come 0 nel testo del decreto.

Fornitori di gas: scadenza il 1° gennaio

E la differenza non è di poco conto: in effetti i siti web dei principali operatori di luce e gas riportano il 31 dicembre 2023 come ultima data del mercato tutelato del gas, in contrasto con quanto scritto nel decreto legge. E lo stesso sito di Arera, l'autorità di regolamentazione per l'energia, riporta genericamente la scadenza a "gennaio 2024".

Siti web

Cosa è successo a chi non è passato al mercato libero

Dalla fine dello scorso anno dunque tutte le famiglie che non hanno fatto una scelta in autonomia sono state trasferite automaticamente sul mercato libero. Rimangono con lo stesso operatore di provenienza, che ha applicato una cosiddetta offerta "placet" per il metano. Si tratta di un'offerta quasi del tutto simile al mercato tutelato: il prezzo della materia prima resta variabile, e le voci per la commercializzazione e l'approvvigionamento rimangono invariate. A cambiare è invece la cosiddetta quota fissa, un'altra voce di costo della bolletta che solitamente si aggira tra i 50 e i 200€ all'anno a fornitura. Questa sarà scelta dall'operatore, che potrebbe fissarla anche a un livello superiore rispetto alla tutela. Ma chi aveva intenzione di aspettare fino all'ultimo per scegliere la migliore offerta è rimasto beffato dall'errore in Gazzetta Ufficiale. E per almeno due o tre mesi (il tempo tecnico per l'eventuale passaggio a nuovo operatore) dovrà rimanere con la stessa utility di provenienza e la sua offerta "placet".

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