Ecobonus auto, via libera previsto per febbraio: cosa sapere sugli incentivi e le fasce
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Tra poche settimane dovrebbe entrare in vigore il decreto sui nuovi incentivi per l’acquisto di vetture: gli importi saranno maggiorati per chi ha un reddito medio-basso fino ad arrivare al 25% in più per chi ha un Isee inferiore ai 30 mila euro. Ci saranno aiuti economici anche per i taxi e per il rinnovo dei parchi auto commerciali
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- Entro febbraio dovrebbe essere previsto l’ok e l’entrata in vigore del decreto sui nuovi incentivi per l’acquisto di automobili. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy propone di mettere sul piatto 930 milioni di euro totali per incentivi, che possono arrivare fino a 13.750 euro a persona, con l’obiettivo di svecchiare il parco auto italiano, tra i primatisti in Europa quanto ad anni accumulati
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- Ma come funzionerà? Tra le certezze, c’è che il nuovo ecobonus prevede importi maggiorati per chi ha un reddito medio-basso (con un extra bonus del 25% per chi ha Isee inferiore ai 30mila euro) e c’è l'ipotesi di incentivare l’acquisto di vetture italiane, dall’altra gli incentivi aumenteranno o diminuiranno a seconda della classe dell’auto che si rottama, escludendo quelle più inquinanti
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- Nel provvedimento dovrebbe essere previsto anche il raddoppio del contributo per i taxi vincitori del concorso straordinario per il rilascio, a titolo oneroso, di nuove licenze e per i soggetti autorizzati all’esercizio del servizio di noleggio con conducente. Il raddoppio del bonus interesserà anche i vecchi titolari di licenze di taxi o soggetti autorizzati all’esercizio del servizio NCC che decideranno di sostituire il proprio autoveicolo di servizio (attuazione di quanto previsto dal DL Asset)
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- L'incentivo presenterà ancora il sistema a fasce: la prima fascia (senza rottamazione) è prevista per gli autoveicoli M1 almeno Euro 6 nella fascia di emissioni 0-20 g/km (auto elettriche). Se in contemporanea si rottama un Euro 4 il beneficio sale a 9 mila euro; con un Euro 3 si sale a 10 mila euro di contributo; con un Euro 0, 1 o 2 si passa a 11 mila euro di contributo
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- La seconda fascia di incentivi (senza rottamazione) è invece prevista per gli autoveicoli M1 almeno Euro 6 nella fascia di emissioni 21-60 g/km (auto ibride plug-in). Se in contemporanea si rottama un Euro 4 il beneficio sale a 5.500 euro; con un Euro 3 si sale a 6 mila euro di contributo; con un Euro 0, 1 o 2 si passa a 8 mila euro di contributo
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- Non sono previsti bonus, invece, per chi acquista autoveicoli M1 almeno Euro 6 nella fascia di emissioni 61-135 g/km (auto full/mild hybrid, benzina, diesel, metano, gpl). Ma se in contemporanea si rottama un Euro 4 il beneficio è di 1.500 euro; con un Euro 3 si sale a 2 mila euro di contributo; con un Euro 0, 1 o 2 si passa a 3 mila euro di contributo
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- Il provvedimento in arrivo a febbraio dovrebbe avere importanti disposizioni in merito all’Isee: le prime due fasce dovrebbero godere infatti di una maggiorazione del 25% per le persone fisiche che hanno un Isee inferiore a 30 mila euro (dunque, in questa circostanza, l’incentivo massimo di 11 mila euro arriverebbe a 13.750 euro). Per tutti gli incentivi, infine, si prevede una soglia di prezzo massimo dell’automobile acquistabile, ovvero 35 mila euro per la prima e per la terza fascia e 45 mila euro per la seconda fascia
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- Dovrebbero essere previsti anche contributi anche per svecchiare il parco auto commerciali delle Pmi attive nel trasporto merci. Gli incentivi andranno da mille a 18 mila euro a fronte della rottamazione di un vecchio furgone fino alla categoria Euro 4. Saranno invece maggiorati in caso di acquisto di veicoli elettrici o a idrogeno (da 2.200 a 18 mila euro); un po’ meno per quelli a gas naturale compresso, gpl, mono e bifuel o ibridi (da 1.500 a 5.500 euro); e decisamente minori per i veicoli ad alimentazione tradizionale
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- Sulle modalità di funzionamento ancora non si sa molto: ciò che è certo è che la gestione del programma sarà affidata a un ente pubblico non economico, mentre i criteri e le modalità di fruizione saranno definiti dal Mimit con un decreto da emanarsi entro 120 giorni dall’entrata in vigore del Dpcm. Lo stanziamento per questa sperimentazione è di 50 milioni di euro